English | Español | Português | Italiano | Français | Deutsch | Nederlands | August 15, 2018 | Issue #40 | ||
Lo spirito di Ricardo Flores Magón vive a Cesar Martínez nel suo giornale: El CortamortajaIl giornalismo autentico ha un amico a Jalapa del Marquésdi Al Giordano
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César Martínez Rosales Foto: D.R. 2006 Annie P. Warren |
Anche la visita del Subcomandante Marcos a Jalapa del Marqués è una storia di giornalismo buono, cattivo e distorto. Narco News ha saputo questa settimana di avere un debito di cinque anni con i nostri colleghi di El Cortamortaja, una correzione da fare alla notizia riportata stupidamente cinque anni fa in occasione del passaggio della Caravana Zapatista nel 2001.
Il giornale di otto pagine fotocopiate, quasi accidentalmente fu protagonista di uno spettacolo mediatico durante la carovana dei 24 comandanti zapatisti verso Cittá del México nel 2001. Un caso di “giornalismo guidato” in cui un giornale pubblica una notizia errata e tutti gli altri lo seguono.
In questo caso, un’interpretazione sbagliata della parola “cortamortaja”, non come il nome di un uccello ma di un “mortaio”, suggerì ai giornalisti la minaccia paramilitare contro il Subcomandante Marcos e gli zapatisti a Jalapa del Marquès quel febbraio “Gli zapatisti sfidano la minaccia di morte”, gridó Narco News il 26 febbraio di quell’anno.
Il suo corrispondente, dopo aver appreso i fatti realmente accaduti allora, prova molta vergogna: quando passammo da Jalapa del Marqués con la carovana cinque anni fa, ricevette un comunicato scritto di denuncia di “minacce di morte”. Ed uno simile del Delegato Zero che diceva:
COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO - COMANDO GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE MESSICO 26 FEBBRAIO 2001AL POPOLO DEL MESSICO AI POPOLI E GOVERNI DEL MONDO ALLA STAMPA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
IERI, 25 FEBBRAIO 2001, AL PASSAGGIO DELLA DELEGAZIONE ZAPATISTA PER LA CITTÀ DI JUCHITAN, OAXACA, ABBIAMO RICEVUTO IL SEGUENTE MESSAGGIO SCRITTO:
“DOMANI A JALAPA DEL MARQUÉZ VI ASPETTA EL CORTAMORTAJAS”.
ABBIAMO INCARICATO I MEMBRI DELLA SOCIETÀ CIVILE CHE CI ACCOMPAGNANO DI INDAGARE SU QUESTA MINACCIA ED HANNO CONFERMATO CHE IN QUESTA REGIONE DEL PAESE, ESISTE UN GRUPPO CRIMINALE CON QUESTO NOME CHE, PER DENARO, COMMETTE OMICIDI.
SULLA BASE DI QUANTO SOPRA, IL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO - COMANDO GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE DICHIARA QUANTO SEGUE:
PRIMO - NESSUNA MINACCIA CI FARÀ DESISTERE DAL NOSTRO OBIETTIVO DI ARRIVARE ALLA SEDE DEL PARLAMENTO PER PROMUOVERE IL RICONOSCIMENTO COSTITUZIONALE DEI DIRITTI E DELLA CULTURA INDIGENI SULLA BASE DELLA “INIZIATIVA DI LEGGE DELLA COCOPA…
Cinque anni più tardi, il Subcomandante ha trascorso la notte di domenica nella casa del compagno César – l’uomo che presuntamente aveva lanciato la “minaccia”.
Prima di questo, sabato, Otro Periodismo è andato da César per intervistarlo sulle lotte della gente del suo villaggio. Di fatto, abbiamo appreso che César è un buon giornalista ed un coraggioso attivista sociale, un ex prigionero politico, un Ricardo Flores Magón di oggi.
Ci ha raccontato di quando, il giorno di San Valentino del 2005, si recò a visitare una famiglia locale per riportarne la storia e sulla strada fu arrestato dalla polizia con l’accusa di traffico di armi. L’unica “arma” che gli trovarono addosso fu la sua macchina fotografica digitale. La polizia rubò la macchina fotografica, lo arrestò e, dopo le proteste della cittadinanza, lo liberò il giorno seguente.
Mentre ci raccontava questa storia, ho chiesto: “Anche qui a Jalapa c’è un gruppo paramilitare, no? Ricordo una minaccia a Marcos nel 2001. Avete avuto problemi con loro?”.
César ha sorriso: “Mi diedero la colpa di quanto accadde. Questo è quello che è sucesso veramente. Ero stato a Jucitán ed avevo lasciato un nota per gli zapatisti che diceva ‘Per domani El Cortamortaja vi aspetta a Jalapa del Marqués’. Subito la stampa, compresi i media nazionali, diventarono pazzi nel riportare di ‘una minaccia di morte al subcomandante”.
Il collega scrivò subito agli zapatisti per chiarire la situazione. Fu inviato nella Selva Lacandona per incontrare il subcomandante, scattò una foto con lui per mostrarla a quelli che ancora pensavano che avesse lanciato “minacce” e questa settimana il Delegato Zero ha dormito e cenato nella sua umile casa di legno a Jalapa.
“Ci è piaciuta la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona e la sua richiesta di una nuova costituzione e di una lotta nazionale da sinistra”, ha spiegato. “A parte questo, ci piace il tipo di organizzazione zapatista”. Un altro giornalista soddisfatto che ha aderito alla “Sesta”.
César ed i suoi compagni ci hanno ricevuto sabato scorso. Sapevamo di poter arrivare una notte prima. Siamo arrivati in quattro e ci aspettava un brodo di pollo con tortillas ed arance fresche. César ci ha presentati ad altri attivisti sociali del villaggio e ci ha portato a visitare i quartieri e le case che saranno inondate se si aumenterà il livello della diga.
Abbiamo parlato delle nostre lotte comuni contro i media commerciali, i silenzi e le menzogne. Siamo rimasti d’accordo di tenerci in contatto e di coprirci le spalle in questa rete, che sta crescendo, di Giornalisti con la Sesta. Ne El Cortamortaja abbiamo trovato l’opposto di una minaccia: abbiamo trovato un nuovo amico ed un alleato nella rinascita del giornalismo autentico.
Supponiamo che sia questo che intende il Delegato Zero quando continua a ripetere che una delle mete dell’altra campagna è che tutti noi, da ogni parte, ci conosciamo meglio.
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