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Narco News Issue #44

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Marcia e meeting per Atenco - Monterrey - Nuevo León - 4 maggio 2007

“Continuiamo a gridare fino alla libertà dei 29 compagni e compagne carcerati di San Salvador Atenco...”


di Comandanti Miriam e Comandanti Zebedeo
Enlace Zapatista

7 maggio 2007

Parole della Comandante Miriam

Buona sera compagni e compagne.

Sono la Comandante Miriam, delegata n. 3.

Noi siamo stati nominati per fare questo lavoro della Commissione Sesta e dell’Altra Campagna. A nome dei compagni basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, prendo la parola.

Oggi 4 maggio è un anno che hanno subito la repressione le compagne di San Salvador Atenco, da parte dei poliziotti dello Stato.

Fino ad oggi non c’è stata soluzione per le violazioni che hanno subito le nostre compagne prigioniere. Continuano ad essere violentate nel loro diritto a vivere nella loro comunità, continuano ad essere umiliate in prigione solo perché esercitavano i loro diritti.

Sono stati trattati come criminali solo perché hanno esercitato il nostro diritto ad esprimere i nostri dubbi e le nostre necessità. E solo cerchiamo un pezzo di posto degno per poter vendere i nostri prodotti, quelli che produciamo col nostro stesso lavoro e sudore, per procurarci il cibo di tutti i giorni. Per questo, ci hanno accusato di essere dei delinquenti e di violentare la legge.

Mentre colui che ruba denaro, le corrotte autorità dello Stato, fanno i loro accordi per vendere le ricchezze naturali del nostro paese, il Messico, e per loro non c’è chi applichi la legge.

Invece noi, lavoratrici del campo e della città, quando vogliamo far valere i nostri diritti siamo perseguitate e minacciate.

I governi statali e federali non saranno mai governi del popolo perché... lo stanno dimostrando con i fatti: non si preoccupano della miseria in cui viviamo… Loro stanno al potere del potere, hanno denaro, commerci ed un salario esagerato.

Per questo quando esigiamo la libertà dei nostri prigionieri fanno finta di essere sordi e che noi non siamo gente, non siamo messicani.., secondo loro.

Chiedo alle compagne che non smettano di lottare per le nostre prigioniere ed i nostri prigionieri, che non li abbandoniamo… con la nostra organizzazione ed unità vi regaliamo il nostro coraggio e la nostra parola per continuare a lottare per tutte e tutti loro.

Siamo qui con voi per mandare saluti ed abbracci a tutti voi che vi trovate nelle prigioni del Messico… sappiamo che è ingiusto e per questo vi abbracciamo.

Non siete sole, dietro di voi stiamo lottando perché abbiate libertà e giustizia.

Non siete sole, non siete soli.

Saremo sempre sul piede di lotta per voi.

Molte grazie, compagni e compagne.

Parole del Comandante Zebedeo

Buona sera bambine e bambini, ragazzi e ragazze, compagne e compagni dell’Altro Nuevo León.

A nome del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale vi invito a continuare a mantenere, a consolidare questa unità che stiamo dimostrando ora e a non sentirvi pochi… questo è l’inizio e sono gli indizi.

Noi, tutti e tutte, dobbiamo lavorare molto per moltiplicarci. Lasciamo da parte le sottrazioni e le divisioni, mettiamo avanti la somma e la moltiplicazione. Cioè, dobbiamo sognare un Messico diverso, dobbiamo lasciare da parte, dobbiamo lasciare che se lo porti via la corrente, questo sistema che schiaccia così tanto il popolo che lavora, dobbiamo sognare un giorno diverso.

Io sto vedendo qui che in Monterrey, i nomi delle vie sono ad es. Washintong (che io sappia non è mai stati al mio governo), vedo qui insegne in inglese come ‘wellcom’ e che cosa vuol dire? se sto in Messico. Nei posti che ho visitato non ho mai visto strade che si chiamino col nome del nostro generale Emiliano Zapata, del nostro generale Francisco Villa, mai. Allora, vuol dire non ci vogliono…

Poi, voglio leggervi questo scritto che è per voi.

Dato che il mondo conosce già la triste e dolorosa storia del nostro paese San Salvador Atenco (nostro, perché sono compagni e compagne di lotta), noi sappiamo che non è stato un reato difendere i sacri diritti della madre terra ed impedire che si costruisse l’aeroporto e sappiamo bene che se Vicente Fox fosse riuscito ad imporre quel aeroporto sarebbe stato l’inizio per diventare dei peones nei loro stessi ejidi e l’inizio dell’abbandono della semina del mais.

Di fronte a questa umiliazione i governanti stanno tentando di dirci che privatizzare la ricchezza del Messico è legge e che pertanto bisogna obbedire a loro… e per loro, coloro che difendono la patria, che lottano per difendere la sovranità nazionale, compiono un reato e così ci applicano la legge.

Per loro, per essere dei buoni messicani e dei patrioti, bisogna distruggere il Messico, bisogna far sparire il suo territorio… e vengono a sfruttarlo ed a governarlo degli stranieri.

Questo è quello che ha fatto Fox, per questo vediamo messicani e messicane veri, imprigionati perché difendevano la cultura messicana.

Questa idea neoliberale, la sta continuando Felipe Calderón che è disposto a vendere tutto: la nostra madre terra, la ricchezza sotterranea, il petrolio, l’educazione, l’energia elettrica, l’acqua, le zone archeologiche, i giardini zoologici, le strade, ecc., ma queste sono le cose che ci identificano come messicani.

L’unica cosa che non hanno ancora proposto alla discussione dei deputati federali e dei senatori, è la privatizzazione di Los Pinos, perché lì ci fanno le faccende i governi del denaro ed è da dove parte la distruzione del nostro Messico.

Poi c’è la forza di repressione della SEDENA che sono i guardiani delle frontiere per vigilare le incursioni di invasori, ma io mi domando attraverso quali filtri sono passati tutti i padroni stranieri che abbiamo in Messico?

Perché esprimevano il loro disaccordo per l’arrivo di George Bush, abbiamo dei compagni e delle compagne incarcerati in Yucatan.

Il prezzo che paghiamo per difendere ed impedire che facciano affari liberamente questi pezzi di m., è la repressione e la prigione.

Per questo, le figlie ed i figli degni del Messico sono privati della libertà: perché gridano giustizia, libertà e democrazia per il Messico di Benito Juárez ed il Messico del generale Emiliano Zapata.

Compagne e compagni dell’altra campagna, non smettete di lottare, continuiamo a gridare fino alla libertà dei 29 compagni e compagne carcerati di San Salvador Atenco.

E non solo, bisogna anche lottare per i nostri prigionieri e prigioniere dell’Altra Oaxaca e di tutto il Messico, così come pure del mondo.

Compagni, non smettete di lottare, andiamo avanti. La comprensione, l’unità, il cameratismo, sono nostra madre che ci guiderà fin dove dobbiamo arrivare.

Molte grazie.


(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)

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