English | Español | Português | Italiano | Français | Deutsch | Nederlands | August 15, 2018 | Issue #40 | |||
Senza resa…I prigionieri politici di Ixcotél si uniscono all’Altra Campagnadi RJ Maccani
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Foto: D.R. 2006 RJ Maccani |
È difficile essere precisi nel riferire queste cifre, perché cambiano quasi ogni settimana in quanto il governo ferma attivisti, trasferisce detenuti e, a volte e non senza combattere, li libera. È anche difficile tenere una lista aggiornata di tutte le organizzazioni e comunità in Oaxaca che hanno prigionieri politici all’interno di Ixcotel.
Le Organizzazioni Indigene dei Diritti Umani di Oaxaca (OIDHO), il Comitato di Difesa dei Diritti Indigeni di Xánica (Codedi), il Coordinamento Magonista Popolare Antineoliberista (Compa) ed il Consiglio Indigeno Popolare di Oaxaca “Ricardo Flores Magón” (Cippo-RFM) sono solamente alcune delle organizzazioni che stanno lottando per la liberazione dei loro membri negli ultimi anni. Ma forse è il caso degli indigeni di Loxicha quello che più rivela la politica del governo e della prigione di Santa María Ixcotel.
Seduta nel ristorante dove lavora nella città di Oaxaca, Donaciana Antonio Almaraz mi racconta la storia della casa a cui non può ritornare. A circa sei ore d’auto a sud di Oaxaca, sulla catena montuosa meridionale, la regione di Loxicha è la dimora di 5mila zapotecos in 32 comunità. I caciques arrivarono a Loxicha nel 1965. Bruciarono le case e sparando impunemente contro i membri della comunità, presero la terra fertile di Loxicha ed il controllo della produzione di caffè della regione. Non fu né il governo federale messicano né quello statale di Oaxaca, ma gli stessi indigeni ad agire per fare giustizia in questa situazione ed in cinque anni, nel 1970, cacciarono i caciques e cominciarono a ricostruire le loro comunità.
Nel 1980 gli zapotecos di Loxicha avevano effettivamente recuperato la loro forma tradizionale di governo e scelsero il loro presidente municipale in un’assemblea, senza partiti politici, attraverso la forma indigena di governo conosciuta come “usi e costumi”. Ma quando nel 1996 apparve un’organizzazione armata nota come Esercito Popolare Rivoluzionario (EPR) nella vicina regione di Crucesito Huatulco, i caciques ed i loro amici nel governo approfittarono dell’opportunità per riprendere il controllo di Loxicha. Con il pretesto di perseguire l’EPR, arrivarono con elicotteri e carri armati per disfarsi degli zapoteco e per riprendere il controllo sul caffè di Loxicha. Inizialmente arrestarono professori e rappresentanti del governo indigeno, incluso il presidente municipale Agustín Luna Valencia, poi nel 1997 il governo dello stato di Oaxaca arrestò più di cento residenti nella regione di Loxicha. Nove di essi sono in carcere da nove e dieci anni nella prigione di Ixcotel ed in altre carceri e si sono uniti ai membri delle loro comunità catturati più recentemente. I caciques ed i loro scagnozzi sono liberi e continuano ad agire con relativa impunità, “facendo sparire“ fino a 50 persone negli anni seguenti a quell’attacco.
In Loxicha la repressione è proseguita diventando peggiore nell’ultimo anno. Il fratello di Donaciana stava organizzando la sua comunità per respingere ancora una volta i partiti politici e reclamare pacificamente il loro governo municipale che si regge sulle assemblee e in base agli “usi e costumi“ quando è stato assassinato il 30 settembre scorso… due giorni prima delle elezioni municipali. Donaciana vive e lavora nella città di Oaxaca come rifugiata dall’assassinio di suo fratello, perchè è stata minacciata di sequestro nel caso facesse ritorno a casa.
“Siamo con gli zapatisti perché ci troviamo nella stessa situazione”, mi dice.
Foto: D.R. 2006 RJ Maccani |
Un giorno prima dell’arrivo del Delegato Zero e della Commissione Sesta, dieci prigionieri politici zapotecos di Loxicha hanno firmato una lettera nel carcere di Ixcotel indirizzata alla delegazione dell’Altra Campagna e a tutta la società civile. Nella lettera, questi prigionieri hanno raccontato la loro lotta denunciando il poco cambiamento apportato dal PAN (Partito di Azione Nazionale) arrivato al governo federale nel 2000 ed hanno invitato ad unire le forze per obbligare il governo messicano ad approvare una “Legge Federale di Amnistia“ per liberare tutti i prigionieri politici e di coscienza in questo paese.
Nel suo discorso ai manifestanti e media riuniti fuori da Ixcotel, il Delegato Zero ha fatto riferimento alla centralità della lotta dei detenuti alludendo ad uno dei modi con cui l’Altra Campagna potrebbe forse collegarsi all’aspetto “intergalattico“ della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona:
“Porteremo i vostri casi ed i casi di altri prigionieri politici nei tribunali per rompere questa falsa immagine secondo cui in Messico non succede niente. In qualunque parte dove un rappresentante del governo messicano faccia tappa o parli in un forum internazionale, con lui ci sarà l’ombra dei prigionieri politici di questo paese… come zapatisti ci siamo impegnati ed invitiamo le altre organizzazioni e tutti i membri dell’Altra Campagna a mettere al primo posto di questo giro la lotta per la liberazione di tutti i prigionieri politici e l’annullamento di tutti i mandati di cattura – muncipali, statali o federali – emessi contro gli attivisti per la giustizia sociale”.
I prigionieri politici di Ixcotel non solo si sono uniti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, ma si sono impegnati in una serie di eventi ed azioni che saranno realizzate nelle prossime settimane e stanno dando un coraggioso esempio al resto dei loro compagni che lottano dentro e fuori le prigioni nello stato repressivo di Oaxaca.
Per maggiori informazioni sui prigionieri politici in Oaxaca o comunicare direttamente con loro, contattare il Kolectivo Tod@s Siamo Pres@s: todos_somospresos@hotmail.com
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