Si mobilita l’altra campagna di fronte alle aggressioni agli zapatisti di Bolom Ajaw
Le autorità, con la mediazione di un presunto gruppo paramilitare, progetta di “ricollocare” gli abitanti; gruppi civili invitano a boicottare il turismo ad Agua Azul Cascades
di Hermann Bellinghausen
La Jornada
13 dicembre 2007
Appello a boicottare il turismo in Agua Azul
L’altra campagna si mobilita contro le aggressioni agli zapatisti di Bolom Ajaw
Autorità, grazie all’Opddic, progettano di “trasferire” i residenti
Hermann Bellinghausen
Di fronte alle tensioni create dalle aggressioni di gruppi armati vincolati al PRI contro la comunità zapatista di Bolom Ajaw, nella regione del río Agua Azul, utilizzato da decenni come centri turistico, alcune organizzazioni civili e membri dell’altra campagna in Chiapas hanno installato un accampamento di osservazione nella comunità minacciata.
Il Centro d’Analisi Politica e Sociale e di Investigazioni Economiche (Capise) ha lanciato un appello alla società civile ed alle organizzazioni internazionali invitandole a recarsi presso le segreterie o i dipartamenti di turismo, come pure le agenzie di viaggi dei vari paesi per “informare di ciò che succede alle cascate di Agua Azul per dar vita ad una campagna che dica chiaramente che: ‘Finché le aggressioni e le minacce di sgombero contro le famiglie di Bolom Ajaw non cessano, non visitate le cascate di Agua Azul’.
L’appello propone pure alle organizzazioni del Messico e di altri paesi, mobilitate per questa denuncia, di inviare lettere di protesta al presidente Felipe Calderón ed ai segretari Rodolfo Elizondo Torres, del Turismo e Francisco Ramírez Monete, di Governo.
Inoltre, Capise invita a dichiararsi pubblicamente “contro le aggressioni ai residenti di Bolom Ajaw ed ai popoli zapatisti, a visitare agenzie di viaggio in Messico fornendo informazioni su quanto succede a Agua Azul”, invitando a non inviare turisti alle cascate.
“Di fronte alla grave situazione delle famiglie zapatiste, nel quadro di totale impunità nel quale operano gli effettivi di Opddic dell’ejido Agua Azul”, il 28 novembre è arrivata a Bolom Ajaw una Brigata Speciale di Osservazione Terra e Territorio (Beott) per “accompagnare le donne, gli uomini, i bambini, le bambine e gli anziani del villaggio di Bolom Ajaw”.
Lo stesso giorno, il governatore chiapaneco Juan Sabines Guerrero ha sollecitato l’ufficio della Procura Generale della Repubblica (PGR) ad investigare sulle accuse contro l’Opddic in Bolom Ajaw e nell’ejido Agua Azul.
Nel pomeriggio del 29 novembre, un gruppo armato di membri di Opddic ha sparato ripetutamente contro la comunità zapatista di comunità, da 150/200 metri di distanza, utilizzando armi d’alto calibro, come ha denunciato la giunta di buon governo di Morelia ed ha confermato più tardi la Beott.
La mattina di venerdì 30, un elicottero bianco e blu della Sicurezza Pubblica statale ha sorvolato per 15 minuti il villaggio di Bolom Ajaw ed i suoi terreni coltivati.
La comunità ha identificato più di 20 persone di Agua Azul che hanno partecipato alle recenti sparatorie contro la popolazione disarmata di Bolom Ajaw. Tra di loro ci sono Jerónimo, José Alberto e Juan Urbina López, Jeremías López Hernández, Salomón Moreno Estrada, Miguel Silvano Hernández, Juan Garcia, Marcos López Silvano, Manuel, Santiago ed Adolfo Cruz López.
È necessario ricordare che la “disputa agraria” (che tutto indica sia stata montata artificialmente) presentata dall’Opddic per il río Agua Azul contro Bolom Ajaw è sulle terre recuperate dalle basi d’appoggio zapatiste, di quella che prima dell’insurrezione del 1994 era un latifondo privato. È da notare come la belligeranza di Opddic vada pari passo alle pressioni della Commissione Nazionale delle Aree Naturali Protette, della segreteria di Governo del Chiapas, del Ministero Pubblico di Palenque e dei funzionari di turismo il che, a ben vedere, costituisce un’insalata contraddittoria di interessi.
Sono contadini del PRI che vogliono estendere i loro campi di mais, organismi federali che pretendono di “conservare” un’area che è ben conservata ed anzi quasi vergine, interessi manageriali e statali che cercano di espandere l’offerta turistica in questi luoghi veramente belli, dove ci sono ancora cascata e foreste pronte per essere depredate dal consumismo senza limiti?
In ogni modo, come si è ricordato molte volte, le autorità federali, statali e municipali che che sono intervenute nei distinti momenti del presunto conflitto, hanno già manifestato direttamente ai residenti di Bolom Ajaw, ed in alcune occasioni al Capise, il loro interesse a “trasferire” le basi d’appoggio zapatiste, ossia a sgomberarle. Fino ad ora, lo strumento principale utilizzato è stato l’Opddic, un gruppo considerato paramilitare in molte regioni di popolazione indigena della selva Lacandona e della zona nord, dove pure aggredisce e minaccia comunità zapatiste nei municipi autonomi San Manuel, Francisco Gómez, Olga Isabel, 17 de Noviembre, La Paz e Ricardo Flores Magón. Alla fine di settembre un presunto gruppo paramilitare, dallo stesso nome, ha pure minacciato il consiglio autonomo di San Andrés Sakamch’én de los Pobres, ne Los Altos.
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