Chiusura dell’accampamento Cucapá: L’Altra ha rispettato la parola data
I pescatori Cucapá hanno potuto pescare senza problemi
di Murielle Coppin
Speciale per The Narco News Bullettin
20 giugno 2007
Sabato 19 maggio circa 50 persone si sono riunite all’ombra della tettoia di frasche dell’accampamento del Partito dei Comunisti, situato nella cosiddetta zona neutra ad un chilometro dalla comunità El Mayor (Bassa California), per dichiarare concluso l’accampamento internazionale Cucapá ( i popoli indios in difesa della vita, la cultura e la natura: In Basso e a Sinistra) che si è svolto dal 10 febbraio al 19 maggio e che aveva come obiettivo principale proteggere i pescatori Cucapá dalla persecuzione della marina militare e di Profepa (Procura Federale della Protezione dell’Ambiente), persecuzione che subiscono da quando, nel 1993, la zona in cui da sempre pescano è stata dichiarata area naturale protetta.
D.R. 2007 Murielle Coppin |
Tra i presenti c’erano i quattro comandanti della delegazione Sesta – Tacho, Emiliano, Dalia e Kelly – presenti fin dall’inizio nell’accampamento; circa 10 campamentisti della
Brigata Comunista Sergio Almaguer Cosío del partito dei Comunisti; circa 5 campamentisti aderenti all’Altra dell’Altra Parte; il leader tradizionale dei Cucapás: Onésimo González Saíz e circa 20 Cucapas, tutti membri della Società Cooperativa Popolo Indigeno Cucapá, giunti appositamente per la cerimonia dall’ejido meticcio El Indiviso, dove vivono. E’ stata notata l’assenza della famiglia di Susana Sáez, aderente all’Altra e presidentessa di Nueva Sociedad Civil (Società di Produzione Rurale Juañak Jah Kajuath) con 17 membri residenti nella comunità indigena El Mayor.
Da parte dei Cucapás, il dott. Rivera, il leader tradizionale Onésimo e la presidentessa della cooperativa, Mónica Paulina González Portillo, hanno brevemente ringraziato per l’appoggio ed il grande sforzo offerto loro dgli zapatisti e dai campamentisti, che ha garantito loro “ la stagione di pesca più tranquilla da molti anni, e solo perché voi eravate presenti non ci hanno disturbat come gli anni scorsi“.
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Luís Alfonso Vargas, del partito dei comunisti, ha definito di “alta rilevanza quello che abbiamo fatto tutti”, ed ha insistito sul trionfo dell’Altra: “i compagni Cucapás hanno potuto pescare senza grandi problemi” grazie “all’ZLN che ha mobilitato i suoi dirigenti fino a qua e che hanno riunito compagni di tutto il paese e del mondo intero”.
Il successo dell’accampamento è stato ripetuto nelle parole della comandante Dalia: “Abbiamo fatto il nostro dovere affinché abbiate potuto pescare senza essere molestati dal governo stronzo”. Tuttavia, ha intimato ai Cucapás: “Non litigate tra voi, è questo ciò che vuole il governo; organizzatevi meglio”.
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Il comandante Tacho, capo della delegazione Commissione Sesta dell’EZLN per la regione nordovest dell’Altra, ha invitato a “lottare insieme”: “Abbiamo dimostrato che solo tra noi possiamo proteggerci da nemici come la Profepa, la Marina” perché “non ci sono leggi né governi per i nostri diritti”. Ribadendo la neutralità dell’EZLN ha chiarito: “non ci siamo intromessi nella faccende interne della comunità, a favore o contro qualcuno”. Alla fine, ha ricordato i detenuti politici di Atenco e Oaxaca ancora in carcere, ed ha ringraziato i compagni che si sono occupati dell’accampamento; quelli che hanno costruito la grande tettoia di frasche della Commissione Sesta, la cosiddetta “fortezza”; il
CNI (Congresso Nazionale Indigeno) per la sua presenza, i campamentisti per la loro permanenza e vigilanza e le compagne Lupe e Gloria del partito dei Comunisti per il loro esempio di donne ed aver dedicato tutto il loro tempo a questo evento.
La cerimonia si è conclusa senza che nessuno menzionasse gli sforzi ed aiuti offerti dai campamentisti e visitatori di Tijuana, San Quintín, Ensenada, Mexicali, da Los Angeles a San Diego, che hanno vissuto insieme alla comunità Cucapá El Mayor: sono stati loro che hanno costruito lo spazio culturale dove si sono svolti i laboratori (di musica, di fotografia, di pittura), che hanno giocato a calcio con i bambini. Loro non solo hanno partecipato alla pesca, ma hanno eviscerato, sfilettato e cercato dove vendere a prezzo equo il pesce, sono stati loro ad organizzare eventi come l’addio di sabato 14 maggio con teatro, canto, rap e ballo, e sono loro che si stanno già organizzando per continuare ad aiutare gli abitanti della comunità Cucapá El Mayor.
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Nonostante alcune difficoltà che si sono incontrate durante la preparazione e lo svolgimento dell’accampamento stesso, L’Altra, nella sua seconda tappa, ha fatto sì che le dure condizioni di vita dei Cucapás fossero condivise da circa 400 persone provenienti da tutto il Messico e dal mondo intero (tra i quali: Australia, Germania, Stati Uniti, Italia, Francia, Belgio, Perù, Honduras, ecc.) che, come ha detto Armando del
CNI, “Portano la parola da qui allo spazio di tutti”. Mentre un anno fa gli stessi abitanti della Bassa California non sapevano dei Cucapás, ora, grazie all’accampamento, la comunità indigena Cucapá El Mayor ha un posto nella cartina geografica. La Casa della Famiglia Aderente è stato il punto di incontro e di convivenza dei vari collettivi, associazioni ed individui aderenti. In questo senso, l’EZLN, dopo aver convocato l’accampamento, è riuscito ad essere il ponte tra tutti loro e, come dice uno dei quadri della pittrice campamentista Alicia – che ha realizzato un murale a El Mayor – a poco a poco si sta “tessendo la Rivoluzione”.
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