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Narco News Issue #43

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Attenzione alla salute organizzata dal basso: L’esperienza zapatista

Le risorse e l’educazione sono ancora i rincipali motivi di lotta per migliorare la salute nelle comunità zapatiste


di Ginna Villarreal
Speciale per The Narco News Bulletin

11 gennaio 2007

Nel suo comunicato del 24 dicembre, il Comandante Moisés dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha invitato persone di tutto il mondo al primo “Incontro dei Popoli Zapatisti coi Popoli del Mondo”. Ha detto: “Vogliamo solo mostrare quello che stiamo costruendo, con molte difficoltà, ma anche con molta voglia di costruire un altro mondo, nel quale quelli che comandano, comandino ubbidendo.”


Foto: D.R. 2007 Gerardo Osuna

Queste riunioni – svolte ad Oventic, Chiapas, dal 30 dicembre al 2 gennaio – sono state il primo scambio formale di esperienze tra i cinque consigli di buon governo delle comunità zapatiste ed i loro visitatori di tutto il mondo. Sono arrivate più di 2000 persone di 48 differenti paesi, secondo le registrazioni ufficiali. Gli zapatisti sono stati gli anfitrioni di sei sessioni coordinate per dialogare su autonomia e auto-governo, questione femminile, educazione, terra e territorialità, arte e comunicazione alternative, ed ovviamente di salute.

L’Attenzione alla Salute nelle comunità indigene del Chiapas è stata per molto tempo comletamente trascurata dal governo messicano. La scarsità di attrezzature mediche e dei trasporti, la perdita della conoscenza medica tradizionale, le barriere all’educazione sessuale ed i problemi della dipendenza dagli aiuti stranieri, sono stati alcuni dei temi trattati dai cinque consigli che formano le “Giunte di Buon Governo” e dai delegati in visita alla sessione del 31 dicembre sulla salute. Dunque, le comunità zapatiste hanno organizzato la propria rete di attenzione alla salute, hanno raccolto aiuti e risorse da altre organizzazioni solidali di tutto il Messico e del Mondo.

Celia, una coordinatrice di salute della zona settentrionale di Oventic, ha spiegato come le risorse dell’esterno hanno fomentato i progetti autonomi di attenzione alla salute. L’ospedale di Guadalupe ad Oventic, costruito nel 1991 dalle comunità zapatiste locali, con l’aiuto di donazioni straniere, è l’orgoglio delle comunità locali. Questo ospedale che funziona senza sostegni del governo, fornisce assistenza a tutti quelli che subiscono discriminazioni presso le istituzioni statali. Karina, componente della Giunta di Buon Governo e rappresentante nell’ambito della Salute del Caracol 1 a La Realidad, ha parlato dell’investimento internazionale nel sistema di salute.

Verso la solidarietà continua


Foto: D.R. 2007 Gerardo Osuna


E’ ampiamente riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, che il sistema di attenzione alla salute degli zapatisti ha fornito cure e medicine a uomini, donne, bambini ed anziani indigeni contadini, più di quanto non abbia mai fatto il governo ed il settore privato. Attraverso la formazione di “promotori di salute” scelti dalle comunità, questo sforzo è emerso nella medicina preventiva, educazione ala salute e nella preservazione dell’erboristeria e di altre forme di medicina tradizionale. La Solidarietà Internazionale ha permesso alle comunità di costruire cliniche ed avere personale ed ambulanze. Ma la mancanza di seguimento da parte di alcun organizzazioni di solidarietà ha provocato il fallimento o la sspensione di progetti importanti già avviati.

Per esempio, durante una mia recente visita in una comunità zapatista nella regione delle Cañadas, un promotore locale di salute ha messo in allarme sulla dipendenza dagli aiuti stranieri. Parlando con Otro Periodismo, il promotore di Salute ha fatto notare che le apparecchiature moderne richiedono investimenti continui perché possano funzionare. La questione va oltre la consegna di fondi in forma occasional e limitata nel tempo. Questo è il caso di una piccola clinica nelle Cañadas di Ocosingo. Una targa che commemora i donatori degli aiuti pende sulla parete della clinica di una sola stanza e con la vernice scrostata; la farmacia è vuota. Questa comunità, come altre in questa valle, non può far funzionare soddisfacentemente queste cliniche, senza elettricità per far funzionare i frigoriferi per i vaccini. Questo è un problema che le organizzazioni di aiuto straniere non possono risolvere da sole.

Le tre ambulanze parcheggiate vicino alla clinica di Guadalupe sono un promemoria della disparità interna tra le comunità zapatiste. Le ambulanze sono qui ad Oventic, ma molto spesso non riescono a raggiungere zone lontane. Questo problema mi è era stato già illustrato con dei grafici durante un mio soggiorno nella comunità citata. Ormai a notte fonda una donna incinta di sette mesi arrivò alla comunità in attesa di un passaggio verso l’ospedale autonomo nel Caracol di La Garrucha per ricevere asistenza per i dolori addominali che stava patendo. Tuttavia l’unica ambulanza per le quattro municipalità situate a 5 ore di distanza a La Garrucha non arrivò. In questo caso, alla fine fu la capacità del promotore locale di salute, che usando un rimedio naturale contro il dolore permise alla la paziente di tornare a casa sua il giorno dopo. Karina ha ricordato ai presenti la critica mancanza di mezzi di trasporto medico in molti dei municipi. “Dovevamo sopportare la malattia per molti giorni; non riuscivamo a ricevere assistenza medica. Per questo molti dei nostri nonni morivano tentando di raggiungere un medico nelle città lontane dalle nostre comunità. Questa esperienza ci ha fatto capite di imparare noi stessi ad organizzarci per conto nostro.”


Foto: D.R. 2007 Gerardo Osuna


È esattamente questa conoscenza tradizionale ad essere tanto importante per le comunità. Nel suo discorso ai popoli del mondo riuniti nel Forum di 4 giorni ad Oventic, Roel, del Caracol de La Realidad, promuove le conoscenze mediche tradizionali come un mezzo attraverso il quale le comunità indigene recuperino il controllo sull’Attenzione alla Salute. Egli ci ha ricordato che la grande saggezza non si impara nelle scuole o sui libri, ma “è l’eredità che ci hanno lasciato i nostri nonni e nonne”… Il recupero di tali conoscenze è un aspetto centrale della nutrita agenda dell’Altra Salute. L’uso di piante e pratiche tradizionali evita di sviluppare una cultura della dipendenza dalle cliniche statali o private che discriminano ed emarginano le più povere comunità indigene.”

In un momento di solidarietà con i popoli indigeni del Chiapas, Kamahus, un portavoce dei nativi del Canada, ha narrato la propria storia di lotta per mantenere metodi tradizionali di cura, ed in particolare la sua esperienza con antiche pratiche di parto. Dalle sue stesse parole: “il genocidio della conquista dell’America del Nord ci racconta una storia simile della perdita della conoscenza di nostra nonna, nell’ambito delle levatrici. In assenza delle levatrici tradizionali, senza nessuno che potesse accompagnarla mentre dava alla luce i suoi figli, vicino ad un limpido ruscello pulito sulle montagne.” La storia che ha raccontato si è rispecchiata nell’esperienza delle donne indigene del Chiapas.

Dialogo e partecipazione, essenziale per la salute

Rappresentanti delle cinque regioni zapatiste hanno rimarcato l’importanza di mantenere un discorso continuo ed aperto su temi complessi e sensibili come la salute sessuale. L’educazione alla Salute, in particolare la salute sessuale, è stato un tema di grande interesse tra molti dei partecipanti nazionali ed internazionali presenti. Le discussioni che si sono svolte tra indigeni e partecipanti non-indigeni, hanno dimostrato che le idee (e non solo gli aiuti finanziari e la tecnologia) fluiscono dentro e fuori del territorio zapatista, ed hanno influenza su temi come l’educazione sessuale ed i diritti delle donne per il controllo del loro corpo.

Uno dei primi dilemmi trattati è stato l’aborto. La risposta da parte dei portavoce zapatisti è stata chiaramente con riserva. Secondo un rappresentante zapatista in quella sessione, la pratica dell’aborto non è né appoggiata né condannata in territorio zapatista, ma si promuovono mezzi preventivi e più educazione. “Le Donne non praticano [l’aborto], neanche lo vogliono. Inoltre, è una questione che dipende dalle circostanze che danno origine ad aborti spontanei”. Questa dichiarazione non chiarisce molto la politica ufficiale zapatista rispetto all’aborto.


Foto: D.R. 2007 Gerardo Osuna

(La Legge delle Donne zapatiste, pubblicata nel 1994, stabilisce: “Le Donne hanno il diritto di decidere il numero di figli che avranno e cresceranno”, ma non cita esplicitamente il diritto all’aborto). Forse la risposta è dovuta ad un fraintendimento della domanda, o forse la risposta è stata uno sforzo diplomatico per evitare scontri nel rapporto di potere e di genere. I sentimenti espressi nella sessione presentano una piattaforma progressiva sui temi della salute; tuttavia è chiaro che alcuni dei principali progressi rispetto alla salute delle donne sono stabiliti da un sistema patriarcale rimasto come eredità dalla Conquista Spagnola. Molti oratori sono stati concordi che l’educazione e la partecipazione delle donne in questa questione sono essenziali per la salute in generale della comunità.

Dalla sua cella nel carcere di Santiaguito, il Dr. Guillermo Selvas Pineda, arrestato lo scorso maggio ad Atenco , mentre cercava un’ambulanza pr lo studente ferito Alexis Benhumea (1984-2006), ha mandato un messaggio manoscritto di buona volontà per il crescente interesse intorno alla salute. Come uno dei primi medici che lavorano con gli insurgentes sulle montagne, egli conosce la sofferenza che hanno sperimentato le comunità zapatiste. Ha invitato altri medici ad unirsi al crescente numero di persone dell’estero e dell’interno della regione che lavorano per costruire un servizio autonomo di salute, una degli obiettivi politici chiave del movimento zapatista.

(Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)

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