English | Español | Português | Italiano | Français | Deutsch | Nederlands | August 15, 2018 | Issue #44 | |||||
Attenzione alla salute organizzata dal basso: L’esperienza zapatistaLe risorse e l’educazione sono ancora i rincipali motivi di lotta per migliorare la salute nelle comunità zapatistedi Ginna Villarreal
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Foto: D.R. 2007 Gerardo Osuna |
L’Attenzione alla Salute nelle comunità indigene del Chiapas è stata per molto tempo comletamente trascurata dal governo messicano. La scarsità di attrezzature mediche e dei trasporti, la perdita della conoscenza medica tradizionale, le barriere all’educazione sessuale ed i problemi della dipendenza dagli aiuti stranieri, sono stati alcuni dei temi trattati dai cinque consigli che formano le “Giunte di Buon Governo” e dai delegati in visita alla sessione del 31 dicembre sulla salute. Dunque, le comunità zapatiste hanno organizzato la propria rete di attenzione alla salute, hanno raccolto aiuti e risorse da altre organizzazioni solidali di tutto il Messico e del Mondo.
Celia, una coordinatrice di salute della zona settentrionale di Oventic, ha spiegato come le risorse dell’esterno hanno fomentato i progetti autonomi di attenzione alla salute. L’ospedale di Guadalupe ad Oventic, costruito nel 1991 dalle comunità zapatiste locali, con l’aiuto di donazioni straniere, è l’orgoglio delle comunità locali. Questo ospedale che funziona senza sostegni del governo, fornisce assistenza a tutti quelli che subiscono discriminazioni presso le istituzioni statali. Karina, componente della Giunta di Buon Governo e rappresentante nell’ambito della Salute del Caracol 1 a La Realidad, ha parlato dell’investimento internazionale nel sistema di salute.
Foto: D.R. 2007 Gerardo Osuna |
Per esempio, durante una mia recente visita in una comunità zapatista nella regione delle Cañadas, un promotore locale di salute ha messo in allarme sulla dipendenza dagli aiuti stranieri. Parlando con Otro Periodismo, il promotore di Salute ha fatto notare che le apparecchiature moderne richiedono investimenti continui perché possano funzionare. La questione va oltre la consegna di fondi in forma occasional e limitata nel tempo. Questo è il caso di una piccola clinica nelle Cañadas di Ocosingo. Una targa che commemora i donatori degli aiuti pende sulla parete della clinica di una sola stanza e con la vernice scrostata; la farmacia è vuota. Questa comunità, come altre in questa valle, non può far funzionare soddisfacentemente queste cliniche, senza elettricità per far funzionare i frigoriferi per i vaccini. Questo è un problema che le organizzazioni di aiuto straniere non possono risolvere da sole.
Le tre ambulanze parcheggiate vicino alla clinica di Guadalupe sono un promemoria della disparità interna tra le comunità zapatiste. Le ambulanze sono qui ad Oventic, ma molto spesso non riescono a raggiungere zone lontane. Questo problema mi è era stato già illustrato con dei grafici durante un mio soggiorno nella comunità citata. Ormai a notte fonda una donna incinta di sette mesi arrivò alla comunità in attesa di un passaggio verso l’ospedale autonomo nel Caracol di La Garrucha per ricevere asistenza per i dolori addominali che stava patendo. Tuttavia l’unica ambulanza per le quattro municipalità situate a 5 ore di distanza a La Garrucha non arrivò. In questo caso, alla fine fu la capacità del promotore locale di salute, che usando un rimedio naturale contro il dolore permise alla la paziente di tornare a casa sua il giorno dopo. Karina ha ricordato ai presenti la critica mancanza di mezzi di trasporto medico in molti dei municipi. “Dovevamo sopportare la malattia per molti giorni; non riuscivamo a ricevere assistenza medica. Per questo molti dei nostri nonni morivano tentando di raggiungere un medico nelle città lontane dalle nostre comunità. Questa esperienza ci ha fatto capite di imparare noi stessi ad organizzarci per conto nostro.”
Foto: D.R. 2007 Gerardo Osuna |
In un momento di solidarietà con i popoli indigeni del Chiapas, Kamahus, un portavoce dei nativi del Canada, ha narrato la propria storia di lotta per mantenere metodi tradizionali di cura, ed in particolare la sua esperienza con antiche pratiche di parto. Dalle sue stesse parole: “il genocidio della conquista dell’America del Nord ci racconta una storia simile della perdita della conoscenza di nostra nonna, nell’ambito delle levatrici. In assenza delle levatrici tradizionali, senza nessuno che potesse accompagnarla mentre dava alla luce i suoi figli, vicino ad un limpido ruscello pulito sulle montagne.” La storia che ha raccontato si è rispecchiata nell’esperienza delle donne indigene del Chiapas.
Rappresentanti delle cinque regioni zapatiste hanno rimarcato l’importanza di mantenere un discorso continuo ed aperto su temi complessi e sensibili come la salute sessuale. L’educazione alla Salute, in particolare la salute sessuale, è stato un tema di grande interesse tra molti dei partecipanti nazionali ed internazionali presenti. Le discussioni che si sono svolte tra indigeni e partecipanti non-indigeni, hanno dimostrato che le idee (e non solo gli aiuti finanziari e la tecnologia) fluiscono dentro e fuori del territorio zapatista, ed hanno influenza su temi come l’educazione sessuale ed i diritti delle donne per il controllo del loro corpo.
Uno dei primi dilemmi trattati è stato l’aborto. La risposta da parte dei portavoce zapatisti è stata chiaramente con riserva. Secondo un rappresentante zapatista in quella sessione, la pratica dell’aborto non è né appoggiata né condannata in territorio zapatista, ma si promuovono mezzi preventivi e più educazione. “Le Donne non praticano [l’aborto], neanche lo vogliono. Inoltre, è una questione che dipende dalle circostanze che danno origine ad aborti spontanei”. Questa dichiarazione non chiarisce molto la politica ufficiale zapatista rispetto all’aborto.
Foto: D.R. 2007 Gerardo Osuna |
Dalla sua cella nel carcere di Santiaguito, il Dr. Guillermo Selvas Pineda, arrestato lo scorso maggio ad Atenco , mentre cercava un’ambulanza pr lo studente ferito Alexis Benhumea (1984-2006), ha mandato un messaggio manoscritto di buona volontà per il crescente interesse intorno alla salute. Come uno dei primi medici che lavorano con gli insurgentes sulle montagne, egli conosce la sofferenza che hanno sperimentato le comunità zapatiste. Ha invitato altri medici ad unirsi al crescente numero di persone dell’estero e dell’interno della regione che lavorano per costruire un servizio autonomo di salute, una degli obiettivi politici chiave del movimento zapatista.
(Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo)
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