Brad Will
Centinaia di semplici oaxaqueños hanno fatto visita al feretro per rendergli un ultimo omaggio
di Luis Hernández Navarro
La Jornada
30 ottobre 2006
Il lungo e magro corpo giace sul freddo asfalto di una strada nel municipio Santa Lucía del Camino, Oaxaca. Sul dorso nudo un filo di sangue mostra le ferite mortali provocate da due pallottole calibro nove millimetri. Legata al polso c’è una videocamera HD professionale. Il suo nome è Bradley Will ed era nato negli Stati Uniti. Aveva 36 anni. Era giornalista della rete alternativa Indymedia.
Brad Will è stato assassinato lo scorso 27 ottobre. Stava riprendendo l’attacco dei pistoleri al servizio di Ulises Ruiz contro le barricate innalzate nella colonia Calicanto. Un consigliere comunale, il capo della sicurezza del municipio e due poliziotti sparavano sugli oppositori al governatore dello stato. Lo hanno fatto anche contro Brad che stava documentando l’aggressione, sempre dietro un gruppo di giovani. Non si esponeva allo scoperto, ma i pistoleri lo tenevano di mira. E caduto sotto i colpi.
Malato, Will era arrivato in Messico nell’ottobre del 2006. Il suo amico, il giornalista Al Giordano, editore di The Narco News Bulletin, gli aveva raccomandato di non viaggiare per il paese. “Conoscendo – ha scritto Giordano – la sfortuna che aveva incontrato Brad nel coprire altre notizie (la polizia l’aveva picchiato a New York ed in Brasile mentre faceva questo lavoro importante, ma pericoloso), le sue difficoltà con la lingua spagnola ed il rischio elevato che corrono i giornalisti indipendenti (...) lo pregai di non andare.”. Il giornalista non lo ascoltò.
Nonostante queste difficoltà Brad si era integrato rapidamente nelle sue attività di informazione a Oaxaca. Non era per nulla un novellino. Oltre a lavorare per Indymedia era stato promotore di radio libere negli Stati Uniti, dove collaborava alla stazione radio newyorkese Steal This Radio, una delle più importanti stazioni pirata della metà degli anni novanta. Attivista dell’informazione, dovunque ci fossero mobilitazioni popolari Brad cercava il modo di esserci per raccontare la storia. Narrò e filmò così occupazioni di terre nel nordest degli Stati Uniti, lotte contro la privatizzazione in Bolivia, proteste contro la globalizzazione neoliberale e occupazione di di terre in Brasile.
Il suo lavoro giornalistico nel sud del Messico risultò impeccabile. Così tanto che è finto per risultare scomodo al potere. Le immagini che aveva ripreso delle aggressioni contro il movimento popolare oaxaqueño avevano catturato le facce dei pistoleri ed assassini. La sua ultima cronaca, “Morte a Oaxaca”, è una drammatica testimonianza dell’assassinio di Alejandro García Hernández, attivista dell’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO), e della repressione del governatore Ulises Ruiz contro i ribelli.
Brad è un esempio della nuova generazione di attivisti dell’informazione transnazionali incubati e riprodotti dalla lotta di Seattle contro l’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 1999. Si tratta di giornalisti che lavorano fuori dai grandi consorzi informativi, utilizzando gli strumenti informatici più moderni, come il php, linguaggio di programmazione che permette la pubblicazione aperta ed interattiva attraverso Internet (si veda Wilkipedia).
Indymedia, la rete mondiale dei centri di media indipendenti con la quale egli collaborava, è una dimostrazione emblematica di questo impegno politico. Formata da collettivi locali nei cinque continenti, è nata dalla collaborazione tra attivisti tecnologici – hackers – ed attivisti dell’informazione tradizionali. La cosa innovativa del suo modello è che è stata pioniere nel raggruppare, rendere visibili e favorire la pubblicazione di informazioni generate da chi partecipava a proteste sociali, rompendo il cerchio mediatico dei grandi consorzi informativi.
Will è vissuto con grande semplicità, in un edificio abbandonato, lontano dalle comodità materiali. Il suo lavoro di giornalista era volontario. La maggioranza delle sue entrate servivano per finanziare la sua attività. Musicista e compositore, è diventato, inoltre, un trovatore della nuova epica altromondista.
Per il suo compagno Teo Ballve, “il suo viso sembrava sempre felice. Non posso descriverlo altrimenti. Ricordo il suo entusiasmo. Ricordo il suo impegno”. Secondo la sua amica Jennifer Whitney aveva “un enorme cuore aperto, ed assolutamente dedito a mettersi al servizio della gente in lotta. Era una di quelle strane persone che sembrano, almeno in superficie, aver trovato una specie di equilibrio tra la grande serietà delle lotte che documentava e l’allegria e la speranza necessarie per fare il lavoro”.
Il 17 febbraio 2005, Brad scrisse, dopo una selvaggia repressione governativa contro un’occupazione di terre nella città di Goiania, Brasile, sulla quale informò ampiamente: “Non posso dire come ci si sente bene ad essere vivo”. Tragicamente, dopo la sua esperienza oaxaqueña, non può dire la stessa cosa.
Questo 29 ottobre, in piena offensiva poliziesca contro il movimento popolare, tra gas lacrimogeni e gendarmi che picchiavano i cittadini che resistevano alla repressione con i loro corpi, centinaia di oaxaqueños umili hanno fatto visita al suo feretro per rendergli un ultimo omaggio. Donne che piangevano e pregavano baciavano la bara per ringraziare il suo impegno ed onestà, e dargli l’addio. Il ricordo di Brad rimarrà vivo nella memoria di una delle più grandi rivolte nella storia contemporanea del Messico.
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