The Brown Berets / I Berretti Marroni
Los de abajo
di Gloria Muñoz Ríos
La Jornada
24 ottobre 2006
Raccolgono il lascito del leader agrario chicano César Chávez, di Malcolm X, di Martín Luther King, degli zapatisti e, ovviamente, dei movimenti degli anni sessanta delle Pantere Nere e dei Berretti Marroni. Da questi ultimi riprendono il nome, i berretti e lo spirito di lotta.
I nuovi Brown Berets è un gruppo di giovani autonomi, i maggioranza studenti, vestiti dalla testa ai piedi “del colore della terra”. Si trovano in Watsonville, California, regione agricola abitata, e soprattutto lavorata, da decine di migliaia di persone di origine messicana, afroamericano e filippina.
Racconta Ramiro Medrano: “Abbiamo incominciato ad organizzarci nel 1994. In quell’anno ci sono state molte mobilitazioni negli Stati Uniti perché si stava togliendo l’assistenza sociale alle persone sprovviste di documenti con l’emendamento 187. Quell’anno c’era stata anche l’insurrezione zapatista e ci aveva colpito molto come messicani negli Stati Uniti, come chicani. Il chicano ha un problema d’identità. Ci sentiamo messicani, ma non ci riconoscono così in Messico, ma non siamo neanche gringos. A partire dal 1994 per noi è diventato fonte di orgoglio dire insieme agli zapatisti: siamo messicani, indigeni e siamo orgogliosi di esserlo ”.
In Watsonville, l’80 per cento della popolazione è messicana o di origine messicana. In maggioranza sono lavoratori del campo, indigeni, che devono confrontarsi con un razzismo quotidiano organizzato. Sono la manodopera della città statunitense con maggior esportazione di fragole, lattuga, broccoli e more, tra gli altri prodotti agricoli raccolti grazie all’esodo da questa parte del río Bravo.
“Nel 1994 la violenza tra bande è arrivata al saldo di una bambina e suo fratello assassinati a colpi d’arma da fuoco. Questo ha fatto sì che dicessimo già basta alla violenza generata dal razzismo nelle scuole e nei campi. I giovani senza speranza cercano un’identità, un senso di appartenenza e così formano le bande. Noi non volevamo più questo nei nostri quartieri ” – continua Ramiro.
Così sono iniziati i Berretti Marroni. Prima con una grande marcia per la pace e l’unità che ha percorso tutti i quartieri in guerra. Dopo, già come gruppo, con obiettivi più a lungo termine: tirar fuori i giovani dalle bande, avere rappresentanti nelle scuole e nei direttivi per evitare il razzismo nella selezione degli studenti, organizzarsi contro le retate della polizia migratoria e le sue operazioni nei quartieri, organizzare corsi ed eventi per rafforzare l’identità attraverso l’educazione ed un eccetera che include l’organizzazione di una Rete di Giustizia per poter comunicare, attraverso una linea telefonica, le azioni della “ migra”, con l’obiettivo di riuscire a scendere in piazza rapidamente per evitare gli abusi, registrando tutto e diffondendo. “Si tratta cioè, di non arrendersi”.
losylasdeabajo@yahoo.com.mx
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