Prodromi di guerra a Oaxaca
Elicotteri della Marina sorvolano gli accampamenti dell’APPO
di Diego Enrique Osorno e Óscar Rodríguez
Milenio
1 ottobre 2006
La Marina del Messico ha effettuato ieri pomeriggio una perlustrazione sugli edifici e sugli spazi pubblici occupati dall’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca.
Due elicotteri MI-17 ed un aeroplano della Marina CASA C212 targato AMP-118, hanno sorvolato per circa 40 minuti le strade della città dove coloro che si oppongono al governatore Ulises Ruiz Ortiz, hanno presidi installati da 130 giorni.
Lo zócalo della città, le radio Oro e La Ley, il palazzo di governo, le antenne di trasmissione radio di Brenamiel e di El Rosario, così come gli uffici della Segreteria di Finanze, dove i ribelli hanno i loro accampamenti, sono stati tutti “individuati” dai voli radenti degli aerei militari.
Sorvolando le installazioni della stazione Radio Oro, i due elicotteri sono stati “attaccati” infruttuosamente da razzi e fuochi pirotecnici lanciati da maestri della sezione 22 del SNTE dal Giardino Conzatti. Dopo, lo stesso aereo ha realizzato quattro voli in più in vicinanza dello zócalo prima di tornare all’aeroporto, dove c’erano altre cinque velivoli militari.
Alle 5 e mezza del pomeriggio, l’aereo che serve per la vigilanza marittima ed altre due aerei AMHT-202 ed AMHT-205 sono atterrati su una pista dell’aeroporto della città e ne sono discesi 18 soldati in tuta mimetica bianca, nera e grigia, giubbotto antiproiettile, casco ed armati.
Lino Celaya Luría, segretario della Protezione Cittadina statale, ha confermato che i voli delle forze armate avevano come oggettivo la “perlustrazione” dello scenario del conflitto, ma ha detto di ignorare se questo possa essere il preambolo di un eventuale operativo federale di sgombero.
“Ci hanno informato che avrebbero effettuato dei voli sulle aree dove c’è presenza di proteste, crediamo che sia per avere un’informazione attuale della situazione”, si è limitato a dichiarare ufficialmente il funzionario statale.
Dalle stazioni di radio occupate, i ribelli tornavano a decretare la massima allerta per ciò che pensavano fosse l’inizio di un possibile operativo di sgombero del movimento magistrale e popolare.
Circa alle 7 del mattino, La Legge del Popolo, commissione di Vigilanza dell’Assemblea Popolare, ha rivolto un messaggio ai radioutenti, sollecitandoli a mantenere la calma e la prudenza di fronte a quello che hanno definito un atto di provocazione.
In diversi quartieri della città, gli abitanti ed i simpatizzanti dell’APPO hanno incominciato ad innalzare le barricate prima dell’orario abituale e sono esplosi molti razzi per allertare la popolazione in generale su quanto stava succedendo.
A sera, un convoglio di 30 veicoli militari si è mosso nell’Itsmo di Tehuantepec.
Alle 10 la sezione 22 ha rafforzato le barricate ed ha avvisato per radio che non permetterà il passo di persone.
“Mani insanguinate”
Flavio Sosa, membro della dirigenza collettiva provvisoria dell’APPO, avvisava per telefono il direttore di Governo, Francisco Yáñez Centeno: “Fox si macchierà le mani di sangue se permette che continui tutto questo”.
“Pretendono di piegarci col terrore, ma l’APPO ha dimostrato le sue capacità politiche perché siamo disposti al dialogo, ma in condizioni di uguaglianza, non accettiamo che ci terrorizzino, vi invitiamo a rimanere nei presidi”, ha detto il maestro Rogelio Pensamiento, un altro membro della dirigenza.
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