I maestri oaxaqueñi sono d'accordo di proseguire la protesta fino alla caduta di Ulises Ruiz
Voci che lo sciopero del commercio servirà per reprimere il movimento
di Hermann Bellinghausen
La Jornada
28 settembre 2006
Oaxaca, Oax. 27 settembre - In una città intrisa di tensione per le molteplici voci di un imminente attacco di gruppi di scontro legati al PRI a cui seguirebbe l’intervento dei poliziotti federali, l’assemblea statale del magistero ha deciso “in massa ed unitariamente” di continuare la sua lotta “fino alla caduta del tiranno Ulises Ruiz Ortiz e poi di iniziare l’anno scolastico”. Enrique Rueda Pacheco, segretario generale della sezione 22 del SNTE, ha reso noto gli accordi, dopo la nuova consultazione delle basi magistrali sulla continuazione dello sciopero iniziato 129 giorni fa.
L’assemblea riunita nel hotel del Magistero ha ratificato che le dimissioni di Ulises Ruiz “non sono negoziabili né rinunciabili e continuano ad essere la primaria rivendicazione”. In risposta al coro compatto dei 1.500delegati del magistero democratico di “ unità, unità”, Rueda Pacheco ha ribadito che la sua corporazione continua “ad andare avanti, insieme con le altre organizzazioni con cui formiamo l’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO); non siamo separati, siamo un solo fronte che continua la lotta”. Questa frase è stata seguita da un coro di maestri e maestre che riempivano l’auditorium: “Maestri e popolo uniti / non saranno mai vinti”.
Riguardo alle nomine, quasi clandestine, di nuovi responsabili dei livelli accademici dell’Istituto Statale di Educazione Pubblica di Oaxaca (IEEPO), da parte del titolare, Emilio Mendoza Kaplan, Rueda Pacheco li ha rifiutati come “spuri”. Gli unici rappresentanti dei livelli educativi riconosciuti dal magistero “sono quelli che sono stati nominati da questo movimento”.
La sezione 22 ha ribadito che fermerebbe immediatamente la marcia-camminata a Città del Messico “nel momento ci informino delle dimissioni del signor Ulises Ruiz”. Se non succede questo, “la marcia arriverà come programmato il 3 ottobre”. Ed ha chiesto “la sospensione della repressione contro tutti i dirigenti e gli attivisti sociali, e la condanna immediata dei mandanti e dei responsabili fisici degli assassini dei nostri compagni in questa lotta”. Il magistero ha anche richiesto la libertà “immediata e senza condizioni” di tutti i prigionieri politici e di coscienza nel paese, in particolare di Germán Mendoza Nube, Erangelio Mendoza González, Catarino Torres Perada e Ramiro Aragón Pérez.
L’assemblea ha denunciato le responsabilità del governatore ripudiato e del governo federale rispetto a “qualunque repressione nei confronti dei compagni nelle 14mila scuole o in qualsiasi angolo dell’entità”. Rueda Pacheco ha aggiunto che i maestri si pronunciano contro la militarizzazione dei villaggi e che esigono “che immediatamente l’Esercito Messicano torni nelle caserme”. Infine ha smentito le dichiarazioni di Ruiz Ortiz che ha detto di star negoziando con leader della sezione 22. “Non abbiamo niente a che fare con lui né c’interessa”.
Ritornano le notti lunghe a Oaxaca
Secondo la testimonianza di un autista che mi ha chiesto di omettere il suo nome per ragioni di sicurezza, questo martedì c’è stata una riunione di autotrasportatori legati al PRI al fine di organizzare aggressioni contro il movimento magistrale e popolare approfittando dello sciopero del commercio annunciato per giovedì e venerdì. Secondo la sua testimonianza, l’ex deputato priísta e leader della Confederazione Rivoluzionaria Operaia e Contadina (CROC), David Aguilar Robles, ha invitato i suoi seguaci ad orchestrare questo giovedì attacchi in città ai presidi della sezione 22 e dell’APPO. La riunione si è tenuta in Santa María del Tule, vicino alla capitale.
Accompagnato da Juan Luis Martínez, cacique tassista, Aguilar Robles (capo dei gruppi di scontro che hanno aggredito gli attivisti, autotrasportatori indipendenti e il quotidiano Noticias) avrebbe detto: “Andiamo a fare a pezzi quella gente: è un favore che il governatore dello stato ci sta chiedendo. Voi vi coordinate con i vostri dirigenti per vedere a che ora andiamo a fare a pezzi quegli stronzi”.
Secondo l’autista e testimone oculare, erano presenti a quella riunione circa 250 tassisti ed autisti di camion, affiliati alle centrali priíste CROC e CTM. Il dichiarante assicura che era pure presente un alto funzionario per “dare istruzioni”. Si è detto agli autotrasportatori che avrebbero portato “un distintivo azzurro” durante l’azione e che sarebbero stati accompagnati da agenti di polizia vestiti da civile, “così non dovete aver paura”. Il denunciante, non d’accordo con queste istruzioni, teme per la sua vita perché durante la riunione si sono minacciati i presenti: “chi fa filtrare qualcosa muore”. Dall’anonimato, invita i suoi compagni “a non lasciarsi ingannare” dai dirigenti. “Loro sanno a che cosa mi riferisco”.
Questa versione conferma quella del deputato perredista Carlos Martínez Martínez nel senso che lo sciopero imprenditoriale di 48 ore favorirebbe atti di provocazione da parte dei gruppi di scontro e da poliziotti. In una dichiarazione citata da Radio APPO (Radio Oro, 1120 AM), il parlamentare ha denunciato che esiste un piano governativo per approfittare della paralisi del commercio, del trasporto e dello sciopero dei distributori di benzina “per aspettarsi la risposta del magistero e l’APPO” ad un attacco delle squadre di scontro.
Nel previsto scenario, gruppi di priísti realizzerebbero atti vandalici dei quali si incolperebbe l’APPO e nel frattempo cercheranno di distruggere le barricate. La “destabilizzazione della città” farebbe precipitare un intervento della Polizia Federale Preventiva (PFP) per “imporre l’ordine” nella terra di nessuno propiziata dallo sciopero del commercio e degli imprenditori. Radio APPO, che oggi ha avuto molte difficoltà per riuscire a trasmettere, apparentemente per interferenze, ha invitato la popolazione “a non contrastare ma ad impedire che questo succeda ed a organizzarsi per non cadere in questa provocazione”, perché si cercherà di fare in modo che la gente “reagisca” per far sì che il piano ufficiale di incendiare Oaxaca si realizzi.
Fotografi e giornalisti si preparano per resistere ai gas lacrimogeni della PFP con maschere professionali, quelli che non lo fanno, come migliaia di manifestanti, useranno aceto e bibite gassata per inzuppare i fazzoletti e vedremo a chi tocca. A partire da oggi ritornano a Oaxaca le notti più lunghe.
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