Il governo di Colima è passato dall'indifferenza alla repressione
I pescatori lottano per impedire la costruzione di un impianto di rigassificazione
di Hermann Bellinghausen
La Jornada
1 aprile 2006
Campos, Col. 31 marzo. “Oggi finisce il processo di negoziare con le istituzioni senza ricevere nessuna risposta”, avverte un pescatore della laguna di Cuyutlán durante l’evento pubblico dell’altra campagnarealizzato nella comunità urbana di Campos (municipio di Manzanillo) la cui popolazione si dedica all’”arte della pesca”, come piace dire da queste parti. Hanno deciso di passare alla resistenza.
Vittime croniche dei danni ambientali causati dall’impianto termoelettrico del porto – che si scorge in fondo al parco dove viene ricevuto il subcomandante Marcos sotto la permanente nuvola di fuliggine di combustibile in cui vivono -, gli abitanti della laguna non vogliono i nuovi mali che, “per il bene dello sviluppo”, porterebbe qui l’impianto di rigassificazione come vuole il governo.
Ascolteranno il delegato Zero, dice il presentatore, ma “dando prima la parola a tutti noi.
“Campos era un paradiso, un alto produttore di prodotti agricoli. Di qui uscivano tonnellate di prugne”, dice Gregorio Solano, ejidatario. “Adesso con fatica produciamo mais e jamaica”.
Il governo ha promesso 10.000 posti di lavoro diretti ed indiretti, purché la popolazione accetti il cambiamento d’uso del suolo, la distruzione di 97 ettari di ecosistema costiero, che comprendono 30 ettari di mangrovie, e con questo la fine delle loro attività peschiere ed agricole.
Francisco Galeana, pescatore della Cooperativa Alameda della laguna di Cuyutlán, aggiunge un altro punto che smaschera i governi panisti e priisti promotori dell’ambizioso piano: “Il problema è che pretendono di disprezzarci per fare gli interessi di grandi impresari. Anche io sono impresario. Sono pescatore da 33 anni, ma il governo guarda al futuro delle imprese che distruggono la mia”.
I messicani svantaggiati
I posti di lavoro promessi significano che quelli esistenti spariranno. Galeana aggiunge: “Hanno cercato perfino di arrestarmi per essermi opposto per anni ai danni causati all’oceano ed alle lagune. La nostra arte si perde. Si è giù visto come hanno fatto con la compagnia spagnola Tuni, alla quale il governo ha dato tutti i vantaggi togliendo l’embargo alla pesca del tonno. Noi messicani non ci guadagniamo niente. Si è dato tutto agli stranieri”.
L’organismo civile Bios Iguana ha esortato a fermare la distruzione e privatizzazione della laguna di Cuyutlán: “In un’alleanza storica, il governo statale di Colima, di estrazione priista, ed i governi panisti del municipio di Manzanillo e federale, attraverso la Segreteria dell’Ambiente e Risorse Naturali (Semarnat), Commissione Federale di Elettricità (CFE), Segreteria di Comunicazioni e Trasporti, e l’Amministrazione Portuale Integrale, cercano di distruggere le paludi costiere di grande importanza ecologica per il mondo intero, seguendo la linea presidenziale di imporre infrastrutture industriali a forte impatto ambientale”.
Presenti alla riunione, gli specialisti di Bios Iguana dicono che al governatore Silverio Cabazos Ceballos ed al governo di Vicente Fox “urge aprire il gassificatore”. Hanno già pronte 20 giganteschi serbatoi per immagazzinare gas butano, proprietà della transnazionale spagnola Z. Segnalano che “La metà di questi causò l’esplosione di San Juanico nello stato del Messico”.
Installando impianti di gas LP e gas naturale nelle vicinanze della laguna di Cuyutlán, ed ampliando le installazioni portuali, “si modificherà e colpirà strategicamente la laguna; come nel passato distrussero la laguna di Tapeixeles, adesso vogliono distruggere quella di San Pedrito, con 30 ettaridi mangrovie, ed in maniera subdola le lagune Juluapan e Peñitas Miramar per investimenti immobiliari, commettendo azioni di uccisione dell’ambiente e potenzialmente etnocide per l’espulsione dei gruppi originari e di chi vive delle lagune costiere”.
Bios Iguana concorda con i pescatori sul fatto che si stanno avvantaggiando “interessi privati di imprese multinazionali, a costo del patrimonio ecologico delle prossime generazioni, violando lo stato di diritto in materia ambientale e trascurando l’interesse pubblico riguardo all’attenzione e conservazione degli ecosistemi costieri”.
L’ecocidio non è novità, ma si aggrava. Francisco Ascencio, della laguna Coloapa, a nord del municipio di Manzanillo, segnala che questa è già stata privatizzata.
Cuyutlán, ubicato a sud del porto e centro turistico, arriva anche al municipio di Armería, e possiede un’importanza speciale in quanto a ricchezza naturale. La mangrovia, segnalano gli specialisti di Bios Iguana, “produce ossigeno, dà riparo ed alimento alla vita oceanica, protegge Manzanillo da cicloni, tsunami ed inondazioni, evita le frane, pulisce da biossido di carbonio, ricarica i manti freatici, controlla l’erosione della costa e regola il clima su scala globale”.
La gente che si riunisce con il delegato Zero è stata minacciata, colpita, torturata, imprigionata ed umiliata per aver difeso la laguna. David è un pescatore che è stato arrestato questo 16 di marzo dalla polizia di Colima: “Sono stato torturato orribilmente. Mi volevano attribuire gravi crimini. Anche noi abbiamo un “governatore squisito”: Silverio Cavazos Ceballos, che abusa e vuole accontentare la gente con provviste e briciole”.
I pescatori si sono riuniti fino alla nausea col governatore, con il sindaco panista Nabor Ochoa López, con i delegati ufficiali. “Ci danno atole col dito”, protesta la pescatrice Graciela Gutiérrez. Adesso, il governo è passato alla repressione ed alla persecuzione dei lavoratori del mare. Quando David ha protestato davanti al governatore due settimane fa, incatenandosi all’impianto di Campos per esprimere il suo dissenso prima di essere zittito, Cavazos Ceballos avrebbe ordinato: “Portate via questo stronzo”.
L’hanno portato via a botte. Eduviges, sua moglie, ha ripreso con un video la scena. Lei stessa racconta come è stata aggredita a botte, hanno distrutto i vetri dell’auto dove si trovava, le hanno lanciato contro gas lacrimogeni, ammanettata e fermata “con violenza estrema” insieme ad un nipote, un figlio ed altri parenti che sono stati torturati dalla polizia. David ed Eduviges portano ancora i segni fisici delle aggressioni.
È il prezzo che pagano per difendere il loro lavoro, la loro proprietà, i loro diritti che il neoliberismo disprezza profondamente.
Non è così inspiegabile che Flor Adriana López ora dica: “Non ci sorprende che il subcomandante Marcos sia nemico del governo, come lo sono stati quelli che lottarono nella Rivoluzione, come noi”.
Come ha informato il 30 maggio scorso Verónica González Cárdenas, corrispondente de La Jornada in Colima, nel marzo del 2005, pochi giorni dopo la morte del governatore Gustavo Vázquez in un incidente aero, il mandatario ad interim Arnoldo Ochoa González “cercò di modificare il decreto del Programma Regionale di Ordinamento Ecologico e Territoriale della laguna di Cuyutlán per cambiare l’attuale uso del suolo agricolo, turistico e peschiero, in industriale e di navigazione, per installare il rigassificatore e tutto un corridore che, in silenzio, si è incominciato a costruire”.
L’installazione del rigassificatore, scrisse la corrispondente, rappresenterà un investimento di 2 mila milioni di dollari. “Con quest’opera, il governo supererà le previsioni di investimento di tutto il sessennio 2003-2009. Da qui l’interesse di accelerare il progetto”.
Altre voci, altri ambiti
Lo sviluppo neoliberale si esprime a Cuyutlán con estrema chiarezza. Al furto reale contro gli abitanti, l’alterazione definitiva del loro lavoro e condizioni di vita, si somma un danno ambientale di grande importanza, spinto dalla CFE e sostenuto dalle autorità ambientali (la Semarnat, la Procura Federale della Protezione all’Ambiente ed il governo statale).
Contravvenendo alle proprie disposizioni nel 2003, quando proibì di dragare, disboscare e coprire le mangrovie e le paludi, e limitò le attività che potevano colpire la zona delle mangrovie, “Semarnat ha modificato illegalmente la sua norma ed ha autorizzato la distruzione delle paludi costiere in cambio di una ‘compensazione economica’ di 10 milioni di pesos e la promessa di conservare 90 ettari di mangrovie” (documento del Centro Messicano di Diritto Ambientale, Greenpeace e Bios Iguana, aprile 2005). Cioè mediante il pagamento di una “compensazione economica” si eliminerebbero i divieti di dragare, disboscare e coprire mangrovie e paludi.
Un altro partecipante alla riunione questo giovedì a Campos, proveniente da Ensenada, Bassa California, ha fornito la testimonianza di cosa incombe sulle ricchezze costiere a favore dell’industria internazionale del gas e dei ricchi contratti per il municipio di Ensenada e dei governi panisti federale e della Bassa California.
Luis Alfonso ha illustrato un rapporto sul progetto industriale sulla costa di Rosarito, dove il governo foxista pretende di installare immensi impianti per ricevere gas ed esportarlo negli Stati Uniti. I beneficiari di questo impianto saranno Centra Energy, Shell e Chevron Texaco, ed i clienti principali gli stati della California e Texas.
Secondo la relazione, il municipio di Ensenada ha consegnato alle multinazionali lo studio di fattibilità degli impianti di gas in cambio di investimenti milionari. La zona geologica di Costa Azul diventerebbe scalo di passaggio per il gas liquefatto proveniente dall’Asia e probabilmente dalla Bolivia (questo non è più tanto sicuro, dopo la “rivolta del gas” che ha cambiato il volto della nazione sudamericana).
I 4 milioni di tonnellate del nuovo frangiflutti danneggeranno irreversibilmente gli scogli, la popolazione di alghe e le acque che proteggono delfini, balene ed orche che viaggiano dal Polo Nord fino al golfo della Bassa California. Il progetto si accompagna alla trasformazione industriale delle isole Coronado, di fronte a Tijuana. Lì, il governo vuole favorire la British Petroleum Company passando sopra alla popolazione delle coste che, oltre alle persone comprende foce, leoni marini e balene, per i quali il sistema costiero è un santuario.
Ma, oggi, i santuari della natura si sacrificano sull’altare del denaro.
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