English | Español | Português | Italiano | Français | Deutsch | Nederlands | August 15, 2018 | Issue #40 | ||
“La repressione non fermerà L'Altra Campagna”Gli aderenti denunciano l'escalation di intimidazioni e persecuzioni politiche a livello nazionaledi Bertha Rodríguez Santos
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Il modulo di informazione dove lavora Dámasco Villanueva. |
In una conferenza stampa realizzata nelle installazioni del Centro di Integrazione e Sviluppo Indigeno (Cidesi), un ragazzo che si è presentato come Claudio e che accompagnava Villanueva quando è stato arrestato, ha raccontato che circa alle 10 e 30 della mattina di venerdì 24 febbraio, tre uomini vestiti con l’uniforme dei poliziotti municipali si sono avvicinati e gli hanno detto che avevano un mandato di cattura contro di lui.
Senza permettergli di leggere il documento, i poliziotti l’hanno ammanettato, malgrado non opponesse resistenza, e l’hanno spinto dentro al loro veicolo.
Dal 1995, nella piazza della cattedrale di San Cristobal si trova un banchetto di informazione sul movimento zapatista. Da vari anni, Dámaso Villanueva ha partecipato attivamente a quel lavoro di diffusione.
Dopo il suo arresto questa mattina, vari dei suoi compagni dell’Altra Campagna si sono rivolti al Palazzo di Giustizia per indagare su dove era stato portato. Nell’ufficio del II Tribunale del Ramo Penale per i Reati non Gravi, i funzionari hanno negato l’accesso alla documentazione, dicendo che l’avrebbero potuta ritrovare nel Centro di Reinserimento Sociale (Cereso).
Dopo una frustrante lotta alla ricerca di informazioni e davanti al rifiuto delle autorità a tutti i livelli di proporzionare dati sul caso, si è scoperto che esisteva una Denuncia Previa del 16 ottobre 2004 ed un mandato di cattura spiccato il 19 ottobre 2005, quello eseguito il 24 febbraio 2006.
La denuncia era stata presentata dall’impresa di telecomunicazioni Pegaso per presunti danni alla proprietà altrui. Nella denuncia si accusa Villanueva di aver abbattuto un’antenna di telefonia cellulare. L’importo per questo presunto danno sarebbe di circa 2 milioni e 300 mila pesos.
I membri di varie organizzazioni come il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, il Comitato Per la Difesa Popolare ed il Centro dei Diritti della Donna, tra le altre, hanno denunciato che lo stato messicano sta utilizzando l’apparato di giustizia per perseguitare gli attivisti sociali come parte della strategia di repressione ed intimidazione contro coloro che partecipano all’Altra Campagna.
Così come lo stato ha preso le distanze dalle attività dei gruppi paramilitari, ma in effetti li ha utilizzati come parte della Guerra di Bassa Intensità, ora utilizza imprese private ed il potere giudiziario per criminalizzare ed imprigionare attivisti di collettivi, familiari e membri che portano avanti l’Altra Campagna.
Oltre all’arresto di Dámaso Villanueva, considerano che altri fatti come il tentativo di assassinio del lottatore sociale Gustavo Jiménez Pérez, come la cancellazione del conto bancario dell’ong Enlace Civil da parte di Bancomer e di HSBC facciano parte della campagna di persecuzione e repressione politica contro il movimento zapatista.
Riferendosi all’arresto di Dámaso Villanueva, Erasto Molina Urbina, promotore dell’Altra Campagna, ha detto che tutti si sentono “indignati ed offesi ma non abbiamo paura”. Lungi dal frenare il movimento che appoggia l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, le organizzazioni sociali si uniranno “al movimento nazionale per la liberazione dei prigionieri politici e per la fine della repressione in tutto il paese”.
L’indignazione e le proteste per l’arresto di Dámaso Villanueva ha già provocato una manifestazione di un centinaio di persone nella piazza di San Cristóbal. A sera la protesta si è spostata nel Palazzo Municipale dove si vuole installare un presidio permanente fino alla liberazione di Villanueva che non è solo un promotore dell’Altra Campagna, ma è pure rappresentante della sua comunità nell’Organizzazione dei Quartieri Sud e, durante la visita del Delegato Zero, era uno degli incaricati in uno dei cinturoni di sicurezza.
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