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Narco News Issue #39

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Marcos offre appoggio ai contadini contrari al progetto eolico della CFE

Assalgono la carovana zapatista con una fuga di tori a La Venta, Oaxaca


di Hermann Bellinghausen
La Jornada

7 febbraio 2006

Unión Hidalgo, Oax., 6 febbraio - Anche a Ranchu Guabiña tira vento. E molto. È situato nel punto dove il mare e il vento si uniscono, in un senso letterale, tellurico, scientificamente comprovabile. Per questo l’avanzata neoliberale ha messo gli occhi in questa regione e sulla testa degli zapotecos del sud dell’Istmo e dei pescatori ikoots (huaves) delle lagune. Ed è vicina a distruggere una regione preziosa per il Messico. E niente di meno che per il suo vento.

L’altra campagna è venuta oggi ad incontrarsi con decine di lotte di tutta la regione, in modo emblematico nel luogo dove è nato da poco il Consiglio Cittadino che avrebbe potuto essere alternativa di governo e che è finito in carcere: Unión Hidalgo (Ranchu Guabiña in zapoteco). Il subcomandante Marcos ha anche parlato nella piazza centrale de La Venta, dopo aver visitato le installazioni di energia eolica che la Commissione Federale di Elettricità ha installato lì per l’utilizzo da parte di imprese spagnole.

Contadini in resistenza contro il progetto di energia eolica nell’Istmo hanno dichiarato la complicità del governo federale a favore degli interessi industriali delle imprese straniere e hanno documentato quello che significherebbe una barriera di ali di mulini a vento girando a tutto ritmo nella regione di maggior transito sud-nord-sud del mondo. Sì, del pianeta. Non è figurato. Cadono già a migliaia uccelli e pipistrelli ne La Venta e La Ventosa, dove spuntano i nuovi mulini a vento. Decapitati.

Imprese ispaniche come Gamesa e Iberdrola hanno trovato l’appoggio delle segreterie di Energia, Medio Ambiente e Riforma Agraria, oltre alla CFE, per alzare il muro di coltelli, una nuova frontiera per il paese. Tonnellate di cemento per sostenere i mulini distruggeranno i manti acquiferi. Un pescatore ikoot ha detto: “Se i pesci e gli uccelli parlassero, cosa direbbero?

Subito dopo ha enumerato l’inquinamento delle dighe di Salina Cruz, che ha cambiato le correnti marine e “ha ucciso la laguna“. Ha assicurato che i popoli ikoot dicono di no al progetto eolico nell’Istmo e alla barra di Santa Teresa. È sorta una pressione massiccia e aggressiva affinché gli ejidatari affittino per 30 anni le loro terre, a prezzi ridicoli, e da queste venga generata elettricità per il mercato mondiale. Così li dividono. E li derubano. “Chi siamo? Chi sono quelli?“, si domanda il pescatore, preoccupato per l’identità, la cultura, la sopravvivenza dei suoi popoli.

Più tardi, a Unión Hidalgo un giovane ikoot, studente liceale a San Mateo del Mar, ha detto: “Questa terra non è di nessuno. Ci è stata prestata. È un nido per un po’ e poi ce ne andiamo“.

“Convertire il vento in una merce”

Dopo aver ascoltato numerose denunce che descrivevano il disastro imminente nell’Istmo messicano, il delegato Zero ha detto questa mattina agli abitanti de La Venta: “Siamo appena stati lì dove sono i mulini, ci siamo ricordati di una storia che è stata scritta più di 400 anni fa, Don Chisciotte della Mancia, quando un cavaliere errante e il suo scudiero si scontrarono con dei mulini a vento ed ebbero una discussione, chiedendosi se erano mulini a vento o giganti. E questo torna al caso nostro, perché 400 anni dopo siamo d’accordo che erano davvero dei giganti e che questo grande sistema che ci sta opprimendo, uccidendo e mandando via dalle nostre terre e dai nostri beni, ha fatto quello che sembrava impossibile, ossia convertire il vento in una merce. Perché quello che ci hanno spiegato i compagni è che dietro a questi mulini ci sono i grandi giganti delle imprese multinazionali che vogliono togliere la terra ai comproprietari, agli ejidatari e ai contadini della zona dell’Istmo“.

Ha detto agli abitanti de La Venta: “Conosciamo, grazie alla vostra parola, il piano di imbrogli e di inganni che stanno facendo e ciò che distruggeranno se installano tutti questi mulini a vento per poter vendere energia elettrica. Sappiamo anche che dietro al progetto ci sono imprese multinazionali dell’altezzosa Spagna, degli Stati Uniti e della Francia. Queste tre grandi potenze straniere si sono rivolte agli abitanti di questa terra con disprezzo, razzismo e umiliazione. Non vogliono neppure informarvi né vi prendono in considerazione su quello che stanno facendo. Sappiamo anche che funzionari del governo municipale, statale e federale hanno sempre evitato di informare direttamente la gente e di rispondere alle vostre domande su questo progetto.

Sappiamo che le imprese che fanno gli sciacalli del contratto stanno cercando di rompere l’unità della comunità di questi luoghi, cercando di ottenere che delle persone a livello individuale affittino loro la terra o la vendano per installare questi mulini. Sappiamo anche della grande afflizione che esiste fra tutti i compagni e le compagne di questa zona, perché si vede subito che c’è del male dietro a questo progetto, perché non vogliono parlarvi chiaramente e inoltre perché hanno cominciato a dividere quello che fino ad ora era unito, la comunità“.

Il delegato zapatista è tornato su un vecchio tema: “A differenza di 400 anni fa, quando una sola persona e il suo accompagnatore volevano affrontare i mulini a vento, ora è un popolo intero, quello del sud dell’Istmo, che si sta scontrando contro questo. Noi siamo venuti qui a dirvi, davvero, che non siete soli, compagni e compagne. Noi lotteremo con voi contro questi mulini a vento e contro tutto il progetto che vuole convertire l’Istmo in una nuova frontiera con l’equivalente del Piano Puebla-Panama, il piano transismico di Andrés Manuel López Obrador“.

Approfittando della presenza alla riunione di Fernando Amezcua, segretario degli esteri del Sindacato Messicano degli Elettricisti, il delegato Zero ha richiamato all’attenzione sul seguente punto: “perché vi ricordiate di un vecchio insegnamento nelle fattorie: l’uomo accarezza il cavallo per montarlo. E ai lavoratori elettricisti stanno accarezzando la schiena e promettendo una tregua, soltanto una tregua, nel progetto della privatizzazione dell’energia elettrica, ma vanno anche sopra a questa. Non lasciatevi ingannare“.

Ha detto agli indigeni: “Bisogna opporsi al progetto eolico, uniti, come popoli e dire di no a questo progetto e al governo, non aspettare di vedere come faranno le imprese straniere. Se dite di no a questo progetto, noi saremo con voi e non saranno soltanto parole. Ci mobiliteremo e ci opporremo insieme a voi a questi mulini a vento e ora sì, no come 400 anni fa, ora sì li sconfiggeremo.

E voglio dirvi che voi portate avanti questa lotta, forse là in alto, i più grandi si arrenderanno o si venderanno o dubiteranno e il loro cuore tremerà, ma voi come giovani dovete capire che quello che noi ci proponiamo qui è di cambiar quel finale, dove vince il mulino a vento e vince il gigante e dobbiamo far in modo che vinca l’altro. E l’altro siamo noi. Non una persona né due, ma tutto il popolo. Vogliamo farvi sapere e che lo portiate nel vostro cuore: non sarete soli il giorno che affronterete questa lotta, saremo con voi.

Perché insieme al progetto eolico va il progetto delle strade, delle maquiladoras, di tutta la distruzione della zona dell’Istmo, dell’espropriazione di tutte le terre ejidali e comunali. E questo progetto non viene dal PRI né viene dal PAN, viene da colui che state corteggiando per vedere se vi dà qualche impiego o vi dà qualche concessione, ma vi distruggerà. Il progetto da lassù in alto significa né più né meno la distruzione dei popoli indios, delle organizzazioni sociali e della terra ejidale e comunale nell’istmo di Tehuantepec“.

In un giorno durante il quale si riunirà anche in privato a Unión Hidalgo con numerose organizzazioni e gruppi, cominciando dal Consiglio di Anziani di Ranchu Gubiña, e si dirigerà a Juchitán e a San Blas Atempa, Marcos ha concluso a La Venta richiamando al fatto che “questo vento che i governi e le multinazionali ora vogliono convertire in merce si converta in un vento di ribellione, qui, dove il sudest cambia di nome. Non credete a quello che succede là in alto. Guardatelo con occhio critico. Guardate le proposte di governo, guardate chi le dovrà mettere in pratica, cercate di allontanare lo sguardo da un colore o dal nome di una persona. Guardate la squadra e il progetto di nazione. E vedrete che quel progetto alternativo di nazione al quale ora abbassa la testa, il così chiamato Terzo Dialogo Nazionale, quel progetto è il progetto che continua la distruzione del nostro paese. Noi ci opponiamo radicalmente a quel progetto di distruzione, non importa che si presenti con la povera descrizione di essere un progetto progressista e antineoliberale. È lo stesso“.

Provocazione con tori

Prima dell’incontro a La Venta, il subcomandante Marcos è stato ai mulini della CFE, è salito sulla camionetta su cui viaggiava e in senso figurato li ha sfidati. E la foto e via. Membri dell’agenzia municipale priista de La Venta hanno liberati dei tori selvaggi fra i mulini monumentali. Li hanno incitati con violenza, a sassate e frustate e li hanno fatti correre fra i veicoli della carovana dell’altra proprio quando Marcos scendeva dal suo veicolo.

Le sassate non sono state solo per i tori. È stata una provocazione vera e propria. Una delle persone dei più attive de La Venta che protesta contro i mulini ha ricevuto una sassata vicino all’occhio, che lo ha mandato all’ospedale. E colui che gliel’ha tirata è risultato essere, oltre che un noto priista e promotore dell’affare eolico, allenatore della squadra locale di baseball.

Non erano mucche, ma tori con grandi corna. E i mulattieri gridavano insulti contro la gente. Anche se hanno mandato loro i tori addosso, curiosamente molte persone della carovana non si sono neanche rese conto dell’aggressione. Coloro che si oppongono ai mulini della CFE a La Venta, hanno annunciato che presenteranno una petizione penale per l’aggressione.

I mulini dell’Istmo, dove il vento soffia, non sono allucinazioni chisciottesche. La danza dei milioni indebolisce istituzioni e popoli. Le domande sono chiare. E le risposte sono nel vento.

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