L'Altra Campagna non promuove astensionismo
Ma l'uso della ragione, il dialogo e il dibattito di tutte le opzioni politiche per poter contare su un panorama migliore, ha chiarito il Subcomandante Marcos a Chablekal
di Rafael Gómez Chi
Por Esto!
19 gennaio 2006
Il Subcomandante Marcos ha dichiarato ieri che l’Altra Campagna non promuove l’astensionismo, ma l’uso della ragione, il dialogo e il dibattito di tutte le opzioni politiche per poter contare su un panorama migliore.
– Nessuno ha detto: dovete astenervi; a nessun cittadino o cittadina fa male avere tutte queste opzioni che non sono in contrapposizione con l’Altra Campagna e decidere se vota o no o fa un’altra cosa, ha precisato.
Ha detto che il movimento di cui è leader ha un destino e una forma ancora non definiti “perché se in Quintana Roo abbiamo trovato cose che non ci aspettavamo, o almeno non tanto con questa crudezza, nello Yucatán è lo stesso”.
“C’è qualcosa lì se stiamo dicendo che L’Altra Campagna deve dir di no a queste tentazioni di: accontentati di questo, almeno è qualcosa è, siediti, aspettami… quando abbiamo già aspettato tanti anni. L’Altra Campagna nasce in queste circostanze, perché bisogna proprio dimostrare, quando tutto è contro, chi c’è e chi no… perché le riunioni saranno più difficili, non ci sarà solamente l’attacco della stampa o dei provocatori che sono adesso, ma ci saranno attacchi ai compagni”.
In questo senso, ha chiesto solidarietà a coloro che costituiscono il movimento affinché nessun membro sia vittima di un attacco, una minaccia, un’aggressione, una persecuzione, senza che tutti rispondano con fermezza, in modo che nessuno si senta solo.
“È importante che questo venga preso in considerazione nella discussione. Non si tratta della vittoria di qualcuno o della sconfitta di qualcun altro, il dibattito e la discussione devono servire a tutti perché ogni persona o ogni gruppo abbiano più elementi”.
Dall’altra parte, ha sostenuto ieri pomeriggio a Chablekal che né lui né nessuno dell’Altra Campagna “accetteranno la proposta di fare dibattiti con candidati (alla Presidenza della Repubblica) e/o con politici”, quindi questo “non è discutibile”.
“Noi, come zapatisti, l’unica cosa di cui potremmo parlare con i politici è sistemare un salvacondotto perché escano dal paese o perché rispettino i diritti umani dal carcere”, ha detto e ha strappato applausi fra gli assistenti al forum dell’Altra Campagna.
Quando è cominciata la discussione vespertina dei sei punti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, il Delegato Zero ha chiesto agli assistenti di non criticare solamente il PRI e il PAN e di non “lasciare fuori dal bisturi il PDR”.
“Lasciate fuori il Chacho (Juan Ignacio García Zalvidea, ex sindaco di Cancún), ma siccome si sta parlando della penisola dello Yucatán, ora tocco questo tema… mi stanno avvisando che domani sarà resa pubblica sarà una denuncia della Giunta del Buon Governo perché una organizzazione di filiazione perredista, a Ocosingo, insieme a paramilitari del PRI, ha attaccato una nostra comunità ed hanno sequestrato un compagno che non è ancora riapparso”.
Il dirigente zapatista ha detto che sì, nella discussione si esige coorenza, “bisognerebbe essere coerenti e non fare queste previsioni per preferenze o simpatie elettorali che in nessun modo sono un impedimento all’Altra Campagna”.
“Nell’Altra Campagna ci sarà gente che ci dirà: ‘perché non accettiamo quella legge?’ o quel candidato e le sue proposte politiche… ci sarà un motivo, ma rimane la saggezza di questi compagni che hanno detto di no”. Ha insistito che il 2 luglio ognuno eleggerà chi vuole, “ma rimane chiaro che la Sesta Dichiarazione non è una campagna elettorale”.
“È molto grave che un indigena maya in Quintana Roo venga obbligato dal PRD e dal Chacho perché ha ricevuto denaro o una provvista di viveri, ma non capiamo se è gente pensante quella che può credere a qualcosa di fittizio… Andrés Manuel López Obrador non rispetterà quello che sta dicendo… quando dice agli indigeni maya che il suo partito è un’opzione, se il coordinatore della sua campagna è colui che ci ha negato i diritti e la cultura indigena e con tutto quell’insieme di ladri che lo circonda… ripeterà la stessa storia, ci saranno stragi e repressioni, ma diranno sicuramente: ma lui è buono… solo che alla fine non governa un uomo, ma una banda”.
Ha detto che il movimento non va in questa direzione. “Per questo stiamo facendo un’altra campagna, altrimenti staremmo cercando di dialogare con loro, staremmo parlando con la Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa), andremmo per il paese in aereo o in elicottero, parleremmo con i diputati, avremmo una stampa che ci guarda bene, più tempo alla radio e in televisione e migliori foto sui giornali, non mi starrebbero trattando così male”.
Ha dichiarato che loro non aspettano più delle risposte dal governo, perché ce”le hanno già date i partiti politici e i tre Poteri dell’Unione dal 2001 e in parte del 2002”.
(tradotto da Elisa Puggelli e dal Comitato Chiapas di Torino)
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