English | Español | Português | Italiano | Français | Deutsch | Nederlands | August 15, 2018 | Issue #40 | ||||
“Quelli che adesso ci stanno chiedendo di dimenticarci di tutto, decidono nei castelli e nei palazzi di questo paese”Sull'arrivo e sull'inizio dell'Altra Campagnadi Concepción Villafuerte
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Subcomandante Marcos a La Garrucha Foto: tiros@mediosindependientes.org, Chiapas Indymedia |
Intanto, la marcia, la multitudinaria marcia come si è gi visto in altre occasioni, impressionante per i contingenti di indigeni distinguibili solo per i loro vestiti regionali che di solito portano nei giorni di festa, anche se la maggioranza è venuta con il vestito di tutti i giorni, forse l’unico che hanno, però stavano lì, cento e cento, mille… non si possono più calcolare, perché superano sempre le previsioni, si contano in base allo spazio che occupano nella piazza della cattedrale, dove ce ne starebbero circa ventimila, più tutti quelli che sono disseminati lì attorno, in particolare le donne con i loro figli più piccoli che riposano un poco sedute sulla pavimentazione sotto le colonne della presidenza municipale.
Sono arrivati alla piazza della cattedrale, che alcuni chiamano della pace, altri della resistenza, è la piazza centrale. Lì c’era il palco, da dove i Comandanti, uomini e donne, hanno inviato il loro messaggio politico, poi ha parlato il Sub Comandante Insurgente Marcos, che a partire da ieri sar il Delegato Zero, a capo dell’Altra Campagna.
I discorsi dei Comandanti zapatisti continuano sullo stesso tono, sulla lotta, sulle carenze così come dodici anni fa. La gente aveva riempito la piazza, la poca presenza meticcia perdeva la sua identit in mezzo agli indigeni. Alcuni sono arrivati per curiosit , altri perché sono in vacanza e pochi, molto pochi i locali, la marcia è stata al cento per cento zapatista.
Il Subcomandante Marcos, nel suo intervento, ha chiesto un minuto di silenzio per i compagni caduti 12 anni fa. Poi ha letto un ringraziamento commovente, in tzeltal ed in spagnolo, per gli indigeni dell’EZLN che sono venuti ad accompagnarlo fin qui:
“A me è toccato uscire per primo per vedere com’è la strada che percorreremo e per vedere se ci sono pericoli, per unire la lotta zapatista con la lotta dei lavoratori della campagna e della citt , se mi succede qualcosa di brutto, sappiate che sono orgoglioso di aver lottato al vostro fianco, voi siete stati i migliori maestri e dirigenti e sono sicuro che continuerete a portare avanti nel migliore dei modi la nostra lotta insegnando a tutti noi ad essere migliori con la parola della dignitá.
Siamo vento, non abbiamo paura di morire nella lotta, la parola è gi stata seminata in una terre buona, questa terra buona è il vostro cuore e lì sta gi fiorendo la dignit zapatista”.
Dopo ha informato che il comandante Germán, un vecchio guerrigliero di cui i libri del Centro de Intelegencia y Seguridad Nacional (Cisen) parlano come fondadore dell’EZLN, funzioner da ponte fra l’EZLN ed i suoi simpatizzanti:
“Voglio chiedere che salga qui con noi il comandante Germán, una persona che è stata molto importante nella storia dell’EZLN, a lui, l’EZLN deve la prima semente ed io personalmente gli devo ancor di più della vita, per avermi indicato la direzione, il passo e il destino. L’Architetto Fernando Yañez, noi zapatisti lo conosciamo e riconosciamo come il comandante Germán. Gli abbiamo chiesto di incaricarsi della direzione dell’ufficio di enlace zapatista que sara ìl mezzo attraverso il quale l’EZLN e la sesta commissione staranno in contatto con tutti gli altri compagni dell’altra campagna e ci aiuter anche nel nostro rapporto con le organizzazioni di sinistra ed anticapitaliste in Messico e nel mondo”.
Fotos: Julie Webb-Pullman |
“La Sesta dichiarazione si propone di andare, parlare, stringere accordi con tutti quelli che fanno muovere le macchine, partorire la terra, quelli che portano avanti i servizi e portano i prodotti da tutte le parti ed alla fine rimangono senza niente”.
“Tutto quello che abbiamo, la vita è il meno di ciò che abbiamo, la nostra autorit morale, il nostro prestigio, tutto ciò in cui siamo andati avanti lo stiamo mettendo in questa iniziativa”.
“Il principal destinatario della sesta dichiarazione della Selva Lacandona ci ha mandato la ricevuta di ritorno appena pochi mesi dopo del suo invio, il grande potere del denaro in Messico, ha firmato quella che si può definire come la controdichiarazione sesta e che è nota come il patto di chapultepec, firmato in quel castello”.
Dopo la mezzanotte, tutti i poresenti se ne sono andati, lasciando nuovamente la piazza della cattedrale intatta, solo con poca immondizia che, senza dubbio, i precisi scopini municipali ripuliranno all’alba.
Il resto della notte per arrivare al due di gennaio è trascorsa senza novit , le strade di Jovel sono tornate alla tranquillit , il Subcomandante Marcos è stato ospitato in una modesta pensione: “La Cábala del Monte”.
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