The Narco News Bulletin |
August 16, 2018 | Issue #42 |
narconews.com - Reporting on the Drug War and Democracy from Latin America |
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Venerdì scorso, Juan Jiménez, di 33 anni, e Pedro Jiménez Gómez, di 18 anni, armati di rastrelli, sono andati a lavorare nel campo dove coltivano ravanelli, cetrioli, carote e fiori da vendere nei mercati di San Cristóbal de las Casas, Chiapas. Più tardi, agenti della Procura Generale della Repubblica (PGR) hanno afferrato i loro rastrelli e li hanno arrestati. Questa mattina, sabato, erano ancora in stato d'arresto negli uffici della PGR a San Cristóbal.
Circa 80 abitanti e familiari della loro comunità, Huitepec Sezione 2, hanno vegliato tutta la notte fuori della sede della PGR, vicino all'entrata alla nuova autostrada che collega San Cristóbal a Tuxtla Gutiérrez, la capitale dello stato. E' stata costruita in mezzo ad una riserva ecologica. Sovrastando l'autostrada e l'edificio dalla PGR c'è la montagna più alta dei dintorni di San Cristóbal: Tzontehuitz. Su questa ci sono diverse antenne appartenenti ad imprese di telecomunicazione e mezzi di comunicazione, così come all'interno della "riserva ecologica" di Huitepec. Questa riserva include proprietà private, case, e terra del governo. Come dimostrato dall'azione di polizia di ieri, è assolutamente un bene attraversare una riserva ecologica con un'autostrada, o installare lì un'antenna ad onde magnetiche, ma non si possono seminare ravanelli. I procuratori vogliono 20.000 pesos (quasi 2.000 dollari) per rilasciare su cauzione i due fermati, una somma che supera i loro redditi annuali. Sono accusati del reato di "alterare l'uso della terra".
La comunità alla quale appartengono Pedro e Juan è una delle basi di appoggio civile dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. "Questa terra è nostra fin dai tempi di nostro nonno", ha dichiarato uno degli abitanti. "L'abbiamo sempre curata, pulita, e conservata. Qui abbiamo ristabilito i nostri usi e costumi millenari".
Il procuratore agrario del governo federale ha provocato, come in altre comunità del Chiapas ed in altri stati, dispute su terreni di villaggi confinanti. In questo caso, ha firmato accordi con gli abitanti di un'altra sezione di Huitepec che non sono zapatisti. "Non siamo d'accordo con le politiche agrarie del governo", ha detto un altro abitante che, come molti, non dichiara il suo nome per la paura che quanto successo a Pedro e Juan possa succedere a lui "Non prendono in considerazione gli indigeni".
Ma un uomo ha voluto dichiarare il suo nome: "Pedro Jiménez Gómez è mio figlio e condividiamo lo stesso nome". Parlando in Tzoltil attraverso un interprete, ha detto: "Vorremmo che ci fosse una mobilitazione per la loro liberazione".
C'erano anche molti aderenti all'Altra Campagna zapatista alle porte degli uffici della PGR, tra loro un attivista di San Cristóbal - Dámaso Villanueva - che era stato fermato ed arrestato lo scorso febbraio e rilasciato il 3 marzo grazie alla mobilitazione internazionale. Villanueva era accusato, falsamente, di aver distrutto un'antenna di telefonia mobile, come quelle che si trovano sulla montagna Tzontehuitz e nella riserva. (Se alle autorità federali interessasse davvero proteggere l'ambiente, avrebbero dato a Dámaso un premio invece di una cella). Villanueva ha detto a Narco News che si dovrebbero fare pressioni sulla PGR e, in particolare, su Artemio Cruz Cruz e Rodolfo Hernández Jiménez. ( La pagina web della Procuranon riporta indirizzi del personale né informazione sui contatti, ma contiene moduli on-line che si possono compilare per mandare messaggi a noti burocrati. D'altra parte, l'indirizzo di posta elettronica del presidente Vicente Fox è vicente.fox.quesada@presidencia.gob.mx).
L'arresto di due coltivatori di ravanelli avviene in un momento in cui il tumulto sociale scuote varie regioni del Messico. E mentre i falchi del regime foxista chiedono la mano pesante contro le proteste, in Chiapas gli arresti segnano una escalation nella costante "guerra di bassa intensità" portata avanti contro i sostenitori civili degli zapatisti. Lo stesso venerdì, alle ore 20 di San Cristóbal, a Morelia (Michoacán), il presunto presidente eletto del Messico, Felipe Calderón, è stato cacciato dalla piazza con uova e pomodori lanciati da oppositori della frode elettorale perpetrata dalle istituzioni per consegnargli un governo, malgrado, secondo milioni di messicani, non sia adatto ad assumerlo. Ha dovuto cancellare il suo primo atto pubblico e ritornare nel suo bunker a Città del Messico. Attaccando due civili indigeni zapatisti degli Altos del Chiapas, lo stato rischia di suscitare la reazione di una regione dove anche centinaia di migliaia di contadini come loro coltivano le loro terre.
Nel frattempo, più a nord, in San Luis Potosí, sabato mattina è iniziato un incontro nazionale per la liberazione di tutti i detenuti politici del Messico. Da lì, l'ex prigioniera politica Italia Méndez (uno dei 217 arrestati il 3 e 4 maggio ad Atenco) ha contattato Narco News per chiedere della condizione dei due nuovi detenuti politici del Chiapas. "Faremo delle azioni al riguardo da qui", ha dichiarato.
Gli arrestati in Chiapas rilasciati su cauzione
I prigionieri politici Pedro Jiménez Gómez e Juan Jiménez, fermati venerdì in conseguenza della "guerra dei ravanelli", sulla montagna Tzontehuitz, vicino a San Cristóbal de las Casas (Chiapas), sono stati rilasciati poche ore dopo la pubblicazione del nostro reportage di sabato, dietro pagamento di una cauzione di 15.000 pesos (circa 1.500 dollari) per ciascuno. Da lì sono partiti, accompagnati da altri membri della loro comunità, Huitepec Sezione 2, verso la Giunta di Buon Governo zapatista di Oventik per informare su quanto accaduto loro.