The Narco News Bulletin |
August 15, 2018 | Issue #46 |
narconews.com - Reporting on the Drug War and Democracy from Latin America |
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Come si dice, gli occhi chiari di don Andrés si sono chiusi. Mi ricordo riflesso in loro, attento: occhi trasparenti, scrutatori, vivi e tenaci, all'ombra di un cappello di paglia.
Ricordo la sua voce, il suo delicato accento, i suoi silenzi. Parlava come il vecchio sentiero che si percorre lentamente; dove bisogna guardare la strada e non camminare così, rapidamente; dove ogni tanto ci si ferma a guardare i monti, gli alberi, ad ascoltare gli uccelli.
E ricordo anche la sua parola scritta. Ci saranno molti che sicuramente vedono don Andrés vivo ed indistruttibile nei suoi testi, nella sua saggezza, nel suo raziocinio chiaro, profondo, sempre liberatore, che conquista con onestà e verità il territorio delle menti fertili. Questa è senza dubbio la perenne riconquista umana che don Andrés ci ha trasmesso per sempre.
Ma ci sono altri che, inoltre, sanno don Andrés immortale nel seme che solo lui ha gettato nei cuori. Il seme generoso di un uomo semplice, per essere semplicemente un uomo vero. Egli portava in sé questo seme nelle piccole borse del suo gilet di lana, credo, perché spesso lo vedevo infilare le sue mani color nuvola e giocare con le dita tra il sottile tessuto.
Ci sono incontri lunghi, durevoli. E ci sono incontri profondi. Il mio con don Andrés è stato forse breve ma profondo come il cielo evocato dai suoi occhi, ed inspiegabile come ogni vera saggezza.
La dolcezza del latte, quella che non smette di partorici alla vita, mai nausea e mai si dimentica.
Hasta siempre compañero. Hasta siempre don Andrés Aubry.
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)