<i>"The Name of Our Country is América" - Simon Bolivar</i> The Narco News Bulletin<br><small>Reporting on the War on Drugs and Democracy from Latin America
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Narco News Issue #42

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La Guerra dell'informazione a Oaxaca

Il Goverantore Ulises Ruiz Ortiz ha perso la guerra dei media


di Nancy Davies
Commmento da Oaxaca

11 novembre 2006

ll governatore di Oaxaca, Ulises Ruiz Ortiz (URO) ed i suoi compari del PRIlottano per impedire che l’informazione vera arrivi a portata pubblico. E Narco News fa del suo meglio per fare conoscere le notizie ai lettori in tutto il globo terracqueo. Sono già trascorsi molti giorni da quando URO poteva dire: “Non succede niente”. Ora dice: “C’è solo una piccola zona bloccata”, e “questo è un gruppo minoritario”, disdegnando le notizie quotidiane di scontri e blocchi in tutte le regioni dello stato.


Illustrazione: D.R. 2006 Latuff
Di fatto, la radio controllata dalle forze del PRI che si oppone a quella del movimento dell’assemblea popolare (ironicamente, è una stazione pirata senza licenza), ha citato per nome Narco News. Gli appelli, imitazione del tipo di quelli del movimento di Radio Università, incoraggia la gente – “i cittadini” – a telefonare per fare denunce e commenti. Un programma è stato dominato da una persona che si lamentava che Narco News stava… dando le notizie. Gli stessi “certi cittadini chiamano quotidianamente lamentandosi per come l’Assemblea Popolare di Popoli di Oaxaca (APPO), sta bloccando il traffico e causando loro danni in una dozzina di maniere, compresa la cancellazione di mesi dell’anno scolastico e la mancata racolletta della spazzatura.

La battaglia sostenuta da radio e televisione includeva l’occupazione di stazioni radio da parte del movimento dell’assemblea popolare, la creazione di barricate, la perdita di stazioni radio di maestri e studenti, diverse rioccupazioni, la presa e perdita successiva dell’unica stazione televisiva di Oaxaca, Canale Nove, da parte di un gruppo di donne “caceroleras” della APPO - un’epopea dei media che continua fino ad oggi.

La situazione attuale è che una stazione radio che sostiene la APPO, Radio Università, continua a trasmettere – o piuttosto, è tornata a trasmettere dopo essere stata attaccata il 22 luglio scorso da bulli al soldo del governatore. Una volta tornata in onda, tuttavia, ha dovuto affrontare due attentati compiuti per darla tacere. Uno fu un attacco fisico, perpetrato dalla Polizia Federale Preventiva il 2 novembre, noto ora come il Giorno della Battaglia di Oaxaca, quando la popolazione è arrivata a difendere l’università autonoma in una battaglia di sette ore contro gas lacrimogeni, acqua chimica e polizia armata. La popolazione, con le sue armi di pietra e coraggio fisico, li respinse.

Zittire la radio non è stato possibile con la forza: né con l’invasione delle installazioni dell’università né con la distruzione a colpi d’arma da fuoco dell’antenna sul colle del Fortín. Questo forse ha funzionato una sola volta per oscurare la radio, ma in qualche modo gli studenti l’hanno ripristinata. Un altro attacco è avvenuto il 4 novembre. Questo recente attacco è riuscito a procurare un buco che è ora in riparazione da parte dei tecnici, come avevano fatto prima. Tuttavia, il segnale è stato danneggiato e non riesce a coprire la città intera.

Quando è fallita l’invasione dell’università, i sostenitori del priista hanno scatrnato un’altra campagna di interferenza radio sul già debole segnale. Questa interferenza era giù stata utilizzata contro altre stazioni radio mentre erano nelle mani della APPO. Ora si sta usando su Radio Università. Il movimento dipende dalla radio per appelli di aiuto (come quando l’università era sotto attacco), per avvertire le barricate, per avvisare di retate, incontri e marce – in breve, per le comunicazioni logistiche necessarie per mantenere la lotta. Ancora una volta, lunedì mattina, l’allarme si è sciolto.

L’aiuto questa volta viene da Noticias La Voz de Oaxaca che tutti i pomeriggi diffonde notizie attraverso una radio commerciale simpatizzante.

Cinque mesi fa URO, aveva già perso, una volta per tutte, la guerra giornalistica iniziata dal suo predecessore José Murat, che crudamente tentò di sopprimere Noticias, in un conflitto che originariamente aveva più a che vedere con l’ostilità privata tra gli uomini di denaro che con gli interessi politici. Murat predispose una serie di attacchi, come uno sciopero di lavoratori che non lavoravano a Noticias, ed un’incursione nei depositi dei giornali. Allora URO, che seguiva Murat, diresse l’attacco a colpi d’arma da fuoco contro il nuovo ufficio stampa – il vecchio è ancora occupato dagli “scioperanti” -, una situazione che si sta trascinando da un paio di anni senza soluzione legale, perché non è interesse di URO permettere una soluzione. Si dice che anche lui ha disposto la seconda incursione al deposito del giornale.

Farsi nemico di un editore di giornali non è delle azioni più intelligenti, e quasi sicuramente, Noticias, che in precedenza non era particolarmente incline ad appoggiare movimenti sociali, è ora il migliore amico dell’Assemblea Popolare di Popoli di Oaxaca (APPO). Riporta consistentemente informazioni corrette ed affidabili – cosa che pone URO in svantaggio.

Inoltre: Noticias sta vendendo alla grande i suoi giornali perché migliaia di maestri vogliono leggere su loro stessi e vedere le loro azioni nelle foto. URO ha fatto ai suoi nemici dei media un grande favore finanziario.

Subito dopo l’attacco all’accampamento dei maestri, il 14 giugno, è nato un nuovo giornale: Tucán, che si affida del giornalismo fotografico con impressionanti immagini dell’attacco, il contrattacco, le dozzine di marce e diversi omicidi, compreso quello di Bradley Will. Tutte le foto sono un omaggio al movimento dell’assemblea popolare.

La cosa migliore di tutto è che La Jornada, il prestigioso quotidiano popolare di Città del Messico, fa una copertura costante, con bollettini elettronici pubblicati nella pagina Inernet de La Jornada nella notte. Le notizie sono fedeli ai fatti, a differenza dei principali quotidiani tanto in Messico quanto negli Stati Uniti, i quali riportano notizie confuse, ingannevoli e perfino false, come quelle che pubblica la Associated Press.

Inoltre, le brigate di telecamere di giornalisti nazionali e stranieri, sono arrivate come una forza. Tutto viene mostrato, lasciando il PRI e URO senza un posto dove nascondersi. Anche le persone locali del movimento hanno le macchine fotografiche e quando si minaccia un attacco, Radio Università fa un appello via radio perché tutti arrivino con telecamere e macchine fotografiche per documentare quello che sta succedendo – proprio come hanno fatto durante l’attacco del 14 giugno nello zocalo. Ogni elicottero che si incontra viene mostrato in foto. La capacità di URO di mentire circa chi aveva le armi e chi ha sparato a chi, è stata distrutta. Ogni video ed ogni foto, inoltre, trova la strada per internet, i notiziari internazionali, nazionali, locali – per le strade, dove si proiettano i filmati su schermi stesi sui marciapiedi affinché tutti i pedoni possano vederli.

Lunedì, il giorno dopo la Sesta Megamarcia, si stavano mostrando i filamti sulla Passeggiata Turistica, l’orgogliosa zona dove i pssanti potevano andare a fare spese o cercare articoli cari e lussuosi che si estende dalla chiesa di Santo Domingo allo zocalo. I filmati del movimento sono aggiornati con tutti i cortei e battaglie, ma il favorito è quello dell’attacco del governo il 14 giugno.

La zona pedonale, ora occupata da circa tremila maestri del movimento e sostenitori, ostenta arte, graffiti e perfino compsizioni di sabbia colorata, tradizionali nel Giorno dei Morti. Striscioni e slogan adornano il fronte di tutti i negozi, e la piazza di Santo Domingo mostra un gruppo di spiriti, in onore delle persone del movimento assassinate, con una grande pistola da cui sgorga sangue rosso (da nastri colorati) ed il nome di URO. Generalmente la gente si riferisce ad URO come ad un assassino.

Se vi piace la musica, potete trovarla: centinaia di CD fatti in casa suonano la musica di questo movimento, e le lottepassate, dagli scioperi dei maestri fino agli scioperi dei lavoratori Peruviani. Le vecchie canzoni comprendono Casas de Cartón”, “De Dónde Son los Cantantes?”, “Las Barricadas”, e “Venceremos”. Le canzoni più nuove raccontano come ballate l’attacco ai maestri nello zocalo, e “Siamo stufi di questo governatore”. I musicisti di Oaxaca continuano a scriverle e cantarle. Una valanga di creatività ed organizzazione mostra a tutti il movimento nei suoi tratti migliori e denigra URO, un uomo disprezzato che non può governare.

URO ha perso la guerra dei media ed ora i sondaggi mostrano che perfino il suo stesso partito, il PRI, lo vuole fuori da Oaxaca.

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