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Narco News Issue #41

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Si annulla il trasferimento dei poteri a Juchitán, “non ci sono le condizioni” dice il sindaco

Da San Blas Atempa, l’Assemblea Popolare del Popolo di Oaxaca ha promesso di bloccare il trasferimento


di Hermann Bellinghausen
La Jornada

5 settembre 2006

Juchitán, Oax. 3 settembre - Gli avvenimenti si sono susseguiti in fretta questo sabato, fino a che il presidente municipale juchiteco Alberto Reyna Figueroa ha dovuto sollecitare il governo di Ulises Ruiz Ortiz a non trasferire i tre poteri in questa città, come era preventivato per il 5 settembre, perché “non ci sono le condizioni”.

Questa mattina, in San Blas Atempa, l’Assemblea Popolare del Popolo di Oaxaca (APPO), regione istmo, aveva accordato una mobilitazione popolare per impedire il menzionato trasferimento di poteri e, come ha continuato a fare da giugno, per chiedere la sparizione dei poteri e la rinuncia dell’Esecutivo locale.

Da parte sua, l’assemblea del magistero democratico, settore Juchitán, riunita nel Tecnologico di questa città, ha deciso di unirsi alla mobilitazione ed ha ascoltato una commissione dell’APPO proveniente da Atempa, che ha annunciato agli insegnanti la decisione di occupare martedì 5 alle prime ore del giorno le strade di accesso a Juchitán per poi marciare verso il centro, con l’intenzione di impedire l’installazione formale del governatore, del Congresso e della Corte suprema di Giustizia, visto che le sedi ufficiali nel Valle di Oaxaca sono state occupate dal magistero e dal movimento popolare da giugno.

Anche se Reyna Figueroa ha confermato ufficialmente che il trasferimento dei poteri non avverrà, la marcia del magistero e dell’APPO ci sarà lo stesso e parteciperanno anche cittadini di Juchitán in un contingente a parte.

Quella che è stata confermata è la cerimonia per la dichiarazione di Juchitán “città eroica”, a 140 anni della battaglia del 5 settembre 1866, quando i combattenti zapotechi vinsero qui l’esercito invasore francese. Il segretario del municipio leggerà la dichiarazione ed i festeggiamenti avverranno come programmato. Oggi sono già iniziati con una maratona, una gara ciclistica nel centro della città ed un concerto vespertino della Banda Filarmonica Infantile Ba’Du Naxhi di fronte al palazzo municipale.

Il municipio juchiteco, formato da militanti della Coalizione di Operai, Contadini e Studenti dell’Istmo (Cocei), sebbene “simpatizzi” col governatore priísta Ulises Ruiz, ha deciso che non è desiderabile installare qua il governo, perché in anticipo è già arrivata la mobilitazione magistrale e popolare che chiede le sue dimissioni e che ha dimostrato come ad Oaxaca non ci sia più governabilità.

È incredibile vedere appiccicato alle finestre ed alle porte degli uffici municipali un timido adesivo che recita: “Ulisse, stiamo con te” senza trovare molta eco nella popolazione che di fatto parteciperà alla marcia il giorno 5.

Le scritte contro Ulises Ruiz sono state prolificamente coperte da pennellate su numerose facciate, senza che nessuno per ora le abbia riscritte. E gli edifici del municipio e gli uffici municipali della piazza principale erano in tutta fretta ridipinti di bianco questo pomeriggio, orami non più per la sua trasformazione in “capitale” dell’espulso governo statale, ma per celebrare l’ascensione alla condizione di “eroica”.

Alla riunione dell’APPO istmica hanno partecipato organizzazioni politiche e sociali di Tehuantepec, Reforma, Jalapa del Marqués, Unión Hidalgo, Matías Romero, Juchitán, Salina Cruz e di altri municipi. L’assemblea ed il municipio popolare di San Blas Atempa si sono incontrati con i loro anfitrioni in una riunione presieduta dal dottor Francisco Salud e si sono accordati sul fatto che “le lotte indipendenti dell’istmo non saranno più isolate, ma si uniranno in tutti i casi”, come ha detto a La Jornada un rappresentante dell’APPO regionale.

C’è da rammentare che la resistenza popolare in San Blas Atempa (che data dal primo gennaio 2006) è pioniera nell’attuale movimento contro Ulises Ruiz. Quel giorno, il paese di Atempa, in una grande assemblea, disconobbe il presidente municipale priísta che consideravano “imposto” dal caciquetricolore Agustina Acevedo, deputata locale e dopo candidata a deputata federale. Da allora, Francisco Salud è alla testa del municipio popolare, che in due occasioni è stato violentemente represso dal governo di Ruiz Ortiz.

Il 6 febbraio, il paese di Atempa ha ricevuto con una grande folla l’altra campagna ed il subcomandante Marcos ed ha confermato la sua adesione alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. Tre settimane dopo, il primo marzo, la forza pubblica espulse dalla presidenza municipale il municipio popolare. L’immobile è da allora diventato una terra di nessuno fino al 14 giugno, quando, in risposta all’attacco di polizia contro il presidio magistrale nella città di Oaxaca, il popolo recuperò le installazioni e la piazza centrale. Si tratta di un municipio di forti radici zapoteche, contiguo alla città di Tehuantepec.

A mezzogiorno, alla fine della riunione dell’APPO, due uomini anziani, in qualità di portavoce dell’assemblea popolare di Atempa, insistevano sul fatto che la prima rivendicazione sono le dimissioni del governatore Ulises Ruiz. Le altre richieste, come il riconoscimento del governo popolare del municipio, vengono dopo. Sia come sia, e senza finanziamenti, il governo del dottor Salud funziona grazie alle courve collettive ed al consenso.

La resistenza sanblaseña non ha avuto riposo. Il 4 maggio, sulla porta di casa sua è stato assassinato Faustino Acevedo, tesoriere del municipio popolare, mentre stava per partire per partecipare al secondo Congresso Nazionale Indigeno, che si è tenuto a San Pedro Atlapulco, stato dal Messico.

I due anziani intervistati, tra le decine di uomini e donne che proteggono il municipio, segnalano che la cacique Agustina Acevedo ha perso le elezioni federali del 2 luglio, qui ed in tutto il distretto elettorale. “Se vi mancassero prove! è che nessuno appoggia quella signora” – ci dice uno di loro. E l’altro finisce fiduciosamente: “Il nostro popolo ha già detto chiaramente che governo vuole”.

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