<i>"The Name of Our Country is América" - Simon Bolivar</i> The Narco News Bulletin<br><small>Reporting on the War on Drugs and Democracy from Latin America
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Narco News Issue #40

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A Nezahualcóyotl, Marcos annuncia che la marcia operaia del primo maggio “partirà dall’Ambasciata Yankee” a Città del Messico

Migliaia di lavoratori a “Neza York” danno il benvenuto al subcomandante e si uniscono all'Altra Campagna


di Al Giordano
Otro Periodismo con L’Altra Campagna nello Stato di México

27 aprile 2006

Nezahualcóyotl, Stato di México, 26 aprile 2006.- Il Subcomandante Marcos è stato accolto questo pomeriggio da migliaia di lavoratori urbani nella popolarissima città di Nezahualcóyotl, ai confini di Città del Messico. Venditori ambulanti, operai, commessi di negozi, lavoratori edili, imballatori di carne, tassisti, autisti di autobus pubblici, professori ed immigranti di Oaxaca e di altri stati, così come emigranti di ritorno dagli Stati Uniti, oltre ai loro figli e figlie appena usciti dalle scuole secondaria e preparatoria – molti dei quali sono arrivati in gruppo direttamente dalle loro scuole con ancora indosso la divisa, al grande incontro realizzato davanti al Palazzo Municipale – hanno riservato al Delegato Zero un caldo ed attento benvenuto.


Cittadini di Nezahualcoyotl cantano l’Inno Nazionale il 26 aprile.
Foto: D.R. 2006 Roberto Chan Kin Ortega Pèrez
E’ qui che Marcos ha deciso di lanciare una bomba informativa su due poteri governativi (del governo federale messicano e dell’Ambasciata Yankee che rappresenta i poteri di Washington e Wall Street): la Marcia del 1° Maggio che il portavoce zapatista aveva annunciato il febbraio scorso a Tlaxcala e che partirà a mezzogiorno di lunedì prossimo dall’Ambasciata degli Stati Uniti, che si trova sul viale Paseo de la Reforma, fino allo zocalo, la piazza principale. Lo stesso giorno, migliaia di immigranti messicani e messico-americani andranno a nord della frontiera e molti di loro non si presenteranno al lavoro per protesta contro le misure repressive implementate contro di loro nel resto degli Stati Uniti.

L’annuncio avviene un giorno dopo che il Segretario di Governo, Carlos Abascal ha detto di cercare di ottenere un incontro con il capo militare dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), un’organizzazione che ha rotto qualsiasi contatto con il governo federale negli ultimi cinque anni. Durante un incontro con i vescovi cattolici, Abascal ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione sulle dichiarazioni quotidiane di Marcos sul fatto che la ribellione nazionale che sta fomentando “abbatterà il governo federale”. Oggi Marcos ha risposto all’alto funzionario dell’amministrazione del presidente Vicente Fox, dicendo: “Quello che noi proponiamo, compagni e compagne, è abbattere i malgoverni, e lo ripeto chiaramente, perché il segretario di Governo ha detto che voleva parlare con me perché non aveva capito quello che ho detto. Lo torno a ripetere: quello che si propone l’Altra Campagna è abbattere le presidenze municipali, i governi degli stati e la Presidenza della Repubblica, metterli tutti in prigione e cacciare da questo paese tutti i ricchi, i padroni delle banche, dei grandi centri commerciali, della terra e delle industrie. Lo dico chiaramente affinché le spie prendano nota o qualcuno insegni lo spagnolo al signor Abascal”.

“Abbiamo pensato di cercare altri ed altre come noi, gente ribelle”, ha detto ad una folla di migliaia di persone. “Stiamo cercando anziani… donne… commercianti indipendenti… autisti… commessi di negozio…giovani e studenti… bambini… gente che come noi ritenga che la soluzione non sta in alto”. Il discorso acceso diventa ogni giorno più infuocato in questo viaggio di sei mesi per tutto il Messico, mentre la voce dietro la maschera ascolta le offese di centinaia di persone che vivono al limite della povertà e nella sistematica mancanza di rispetto a causa delle esigenze del governo e degli affari che si fanno sulle loro teste.

Qui Marcos non ha incontrato un pubblico nel quale predominassero gli attivisti o gli organizzatori politici, al loro posto, ha trovato gente vera – “gente normale” come ha commentato il direttore della rivista Rebeldía, Sergio Ramírez Lascano a Otro Periodismo – che sembrava pronta alla battaglia, come l’hanno dimostrato i ribelli del Chiapas.

Quelli che sono al potere si preoccupano sempre di più e con giusta ragione. Quello che sta succedendo nel procedere di questa Altra Campagna, potrebbe star accadendo “sotto tono”, nel senso che le notizie su L’Altra sono boicottate o distorte dai mezzi di comunicazione commerciali. Ma recentemente, in due occasioni, alti funzionari dello stato messicano — la settimana scorsa la responsabile per gli affari indigeni, Xóchitl Gálvez, ha manifestato il suo disappunto riguardo la dichiarazione di guerra zapatista contro una grande centrale idroelettrica nello stato di Guerrero; e questa settimana il suo più alto funzionario nel tentativo di verificare cosa significa “abbattere” il governo – non sono stati capaci di stare zitti circa l’origine del loro crescente disappunto.

Il nervosismo e l’improvvisa assenza di silenzio in alto, corrisponde direttamente alla mancanza di silenzio in basso che L’Altra Campagna sta scatenando. La storia di sfruttamento di Neza

Questo municipio fondato 43 anni fa, simbolo della crescita urbana e che porta il nome del poeta e filosofo preispanico Nezahualcoyotl (1402-1472), è conosciuto comunemente dai suoi abitanti come “Neza” e frequentemente come “Neza York”. Alcuni degli oltre un milione di residenti – che vivono in un’area di oltre 19.000 persone per chilometro quadrato – hanno condiviso con il ribelle mascherato la “storia di sfruttamento” della loro città: dalla violenta repressione da parte dei grandi proprietari terrieri nei confronti dei poveri coloni negli anni ‘50, fino al prosciugamento del vicino lago di Texcoco, che come conseguenza ha prodotto un disastro ecologico negli anni ‘60, favorito dalla costruzione di centinaia di chilometri di tubature d’acqua (attualmente Città del Messico sta affondando esattamente a causa dei lavori di ingegneria sotterranei). Si è parlato anche della repressione e degli omicidi di dirigenti comunitari e dello sgombero dei venditori ambulanti e di altri lavoratori – compresa l’eliminazione degli ultimi terreni coltivati della città – per fare posto ai grandi centri commerciali ed affari delle compagnie straniere.

“La storia ha lasciato la sua impronta a Neza”, ha detto Carlos, uno dei due abitanti della città che hanno preso brevemente la parola per dare il benvenuto al Delegato Zero. “Ma presto succederà il contrario. La gente di Ciudad Neazahualcóyotl presto lascerà la sua impronta in questo paese”.

“Questa è una città di attivisti sociali”, ha commentato Juan Miranda, un imballatore di carne licenziato quando due mesi fa il presidente municipale del Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) ha chiuso il mercato municipale della carne all’ingrosso dal quale dipendevano 10.000 mille famiglie che si dedicano all’allevamento del bestiame nei dintorni. “Ma attualmente si possono trovare questi attivisti sociali che prendono un osso dal governo e le lotte sono abbandonate”.

Più tardi ha riferito a Otro Periodismo che il colpo agli allevatori che restavano nel municipio era collegato alla “vendita delle risorse della Nazione agli interessi stranieri” perché i terreni che prima si usavano per l’allevamento del bestiame sta per essere invaso per installare negozi Wal-Mart ed altri centri commerciali multinazionali.

“Tutto il paese sta per essere sterminato”, ha detto alla moltitudine mentre aspettavano l’arrivo di Marcos, “e tutti dovremo andare negli Stati Uniti a cercare lavoro”. Terra e Libertà… ed anche Acqua

La lotta per la terra qui, come da tutte le parti – come ha rivelato più volte l’itinerario zapatista lungo il sudest messicano, il sud ed il centro del paese dal 1° gennaio – va di pari passo con la lotta per l’acqua. Per effetto del drenaggio del Lago di Texcoco, c’è grande scarsità di acqua in città e a volte ci mette molto ad arrivare nelle case. “L’acqua arriva sporca. Appestata”, ha denunciato Luis León dell’organizzazione senza fini di lucro Fuerza Ciudadana en Pro de la Supremacía del Poder Civil, mentre aspettava il suo turno per prendere il microfono. “Qui molte persone hanno malattie della pelle a causa di questo”, ha aggiunto.

Ha segnalato che “in periodo elettorale come adesso, improvvisamente l’acqua smette di arrivare”. Spiegando questo paradosso, León ha detto: “Il governo della città è del PRD, il governo dello stato è del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) ed il governo federale è del Partito di Azione Nazionale (PAN). Ogni partito fa quello che può per screditare l’altro. In questo anno elettorale, il PRI, che controlla l’acqua, la chiude per fregare il PRD. Ma sono le persone di tutti i partiti che restano fregati. Viviamo in un’anarchia politica. Siamo stati dal governatore dello stato. Siamo stati al Forum Mondiale dell’Acqua a Città del Messico, ma nessuno ci ha preso in considerazione”.

Nel corso del pomeriggio, mentre la moltitudine aspettava l’arrivo di Marcos, membri di 36 famiglie – donne, uomini, bambini ed anziani – sono arrivati portando degli striscioni in difesa dei “commercianti indipendenti” o venditori ambulanti.

“Abbiamo lavorato nella stessa area per 15 anni ed il governo della città ha riscosso le tasse che paghiamo ogni anno per usare i nostri spazi”, ha spiegato Rafael Pluma, portavoce del gruppo.

“Il governo adesso ci sta buttando fuori dal gioco perché ci rifiutiamo di unirci al partito politico al potere”. Confida che L’Altra Campagna Zapatista – che la prossima settimana visiterà i quartieri di Tepito e La Merced, ed anche grandi centri di “commercio indipendente” – aiuterà a mantenere un’alleanza nazionale con altri lavoratori che sono stati altrettanto cacciati in tutto il paese. “Mexicanos, al grito de guerra!”

Improvvisamente, l’intervista con Pluma è stata interrotta quando un gruppo di poliziotti municipali in formazione militare si sono avvicinati per ammainare la gigantesca bandiera messicana che splendida garriva davanti al Palazzo Municipale. Le circa 3.000 persone presenti – ancora prima dell’arrivo dell’invitato d’onore – sono rimaste in silenzio.

Si poteva sentire solo il rumore provocato dal grosso cavo di metallo che sosteneva la bandiera sull’asta e gli ordini del capitano incaricato di guidare l’ammaina bandiera dal pennone del tricolore. In maniera spontanea, gli aderenti all’Altra Campagna, simpatizzanti ed altri curiosi che si erano avvicinati, hanno intonato l’inno nazionale:

Mexicanos, al grito de guerra El acero aprestad y el bridón; y retiemble en sus centros la tierra Al sonoro rugir del cañón.

…Más si osare un extraño enemigo Profanar con su planta tu suelo, Piensa, oh patria querida, que el cielo Un soldado en cada hijo te dio.

Per piegare l’enorme bandiera ci sono voluti otto poliziotti, e migliaia per conservare il suo significato e farla sventolare in alto su Nezahualcótl.

“Essere indigeno o essere di Neza è la stessa cosa per quelli in alto”, avrebbe detto più tardi Marcos alla moltitudine che cresceva di numero per l’arrivo di altri giovani perché le scuole chiudevano alle sei del pomeriggio. Ha spiegato come i ricchi si riferiscono alla gente di Neza come “sporchi” o “appestati” ed ha paragonato questa discriminazione allo stesso trattamento che ricevevano gli indigeni del Chiapas prima dell’insurrezione armata di dodici anni fa.

“La mancanza di rispetto… i colpi, gli stupri, l’insulto… giovani perseguitati per essere giovani, per i loro vestiti, per la loro musica, sono trattati come delinquenti… Ci dicono: ‘Neza, resta in basso! Rimani dove sei. Continua ad essere disprezzato. Continua ad essere oggetto di scherno. Continua ad essere sinonimico di negro, sporco, appestato’. Ed anche noi che brutti, sporchi, brutti ed appestati veniamo a cercarvi”.

“Ancora per quanto tempo”, ha chiesto Marcos all’assemblea, “li sopporteremo?”, ripetendo un’altra volta il suo invito a “distruggere dal basso il sistema capitalista e creare un’altra cosa secondo l’accordo che faremo tutti insieme”. Invitando la gente di Nezahualcóyotl a “celebrare insieme a noi” il prossimo lunedì 1° Maggio, il Giorno Internazionale del Lavoro, a mezzogiorno, a concentrarsi davanti all’Ambasciata degli Stati Uniti ed andare insieme al Palazzo Nazionale di Città del Messico, l’ottimismo del Delegato Zero è cresciuto ancora una volta oggi mentre continua a costruire una ribellione nazionale che ha trovato nuovi alleati in Nezahualcóyotl, qui sul punto di entrare a Città del Messico, venerdì 28 aprile, “Qui a Neza”, ha detto, “c’è il meglio di questo paese”.

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